Parla con LEI – PUNTATA 22
dal Teatro alla Radio contro la violenza sulle donne
Rubrica di Annamaria Bruni su Radio Rete Edicole
Ascolta “30 IV ’18. “Parla con lei”, con Anna Maria Bruni. Commento alla sentenza spagnola per i fatti di San Firmin” su Spreaker.
In questa puntata parliamo di….
In tutte le città di Spagna le donne sono scese in piazza contro la sentenza sullo stupro avvenuto durante la festa di San Fermin nel 2016, che ha derubricato ad “abuso” la violenza sessuale da parte di cinque uomini su una giovane donna. Una sentenza che dimostra come la giustizia sia ancora figlia della cultura maschilista, che tende ad essere indulgente con gli uomini che usano violenza, mentre mette sotto processo le donne.
Un fatto che ritroviamo anche nel processo de l’Aquila e in quello di Firenze, per la vicenda dello stupro di due giovani americane da parte di due carabinieri. E che in entrambi i casi vede processate nei fatti le vittime, e chi le difende. Sono sotto processo infatti ora tre attiviste che hanno documentato gli abusi da parte della difesa nel corso del processo de l’Aquila, così come diffidata dal consiglio degli avvocati di Firenze l’avvocatessa che difende le due ragazze americane.
Fatti che ci riportano 40 anni indietro, al “Processo per stupro”, dove le domande da parte degli avvocati degli stupratori furono un’ennesima violenza umiliante per Fiorella. Oggi il codice di procedura penale vieta domande sulla vita privata o sulla sessualità della persona offesa (articolo 472/cpp) e le modalità di conduzione dell’esame testimoniale non rispettose della persona o che risultino violare lealtà dell’esame e correttezza delle contestazioni (art.499).
Ciò dimostra come diciamo da tempo che nonostante le leggi è la cultura a dover cambiare radicalmente. Il movimento delle donne si è attivato per questo e non tornerà indietro. E tornerà a dirlo forte e chiaro in tutte le piazze per il 40esimo anniversario dell’approvazione della legge 194. Il comunicato letto in chiusura di puntata, uscito dall’assemblea riunita alla Casa Internazionale delle donne lo ribadisce con forza.
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