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INTRODUZIONE (CANZONIERE DEL VALDARNO)

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INTRODUZIONE (CANZONIERE DEL VALDARNO).
Il Canzoniere ha partecipato a decine e decine di concerti tra il 1976 al 1979 nelle Feste dell’Unità in mezza Italia a cantare “Bandiera Rossa la trionferà” con un ottimo successo. Grazie ad Enzo Brogi, ex-sindaco di Cavriglia, nel 2001 è stato pubblicato su CD “Terra Innamorata” un lavoro del 1976/1977 già stampato su vinile in quegli anni. Per l’occasione in una casa del popolo di una piccola frazione, alla presenza di alcuni protagonisti dell’epoca, il Canzoniere del Valdarno si ricompose eccezionalmente per suonare alcuni brani. Purtroppo Luciano Morini era già scomparso alcuni anni prima.

“Battan l’otto, ma saranno le nove
i miei figlioli ma son digiuni ancora
ma viva i’ coraggio e chi lo sa portare
infame società dacci mangiare…”

Questo canto è nato
nella valle dell’Arno,
una delle tante terre innamorate
del mondo,
terra di minatori,
terra di compagni.
Quando questa canzone nacque,
sul far del Novecento,
le catene di Bava Beccaris
arrivarono anche laggiù,
a Figline, a Cavriglia, a San Giovanni,
a romper leghe, a chiudere
mutue società di soccorso operaio,
a lasciare famiglie senza pane,
donne senza uomo,
uomini senza libertà.
Dopo. dopo arrivarono i precetti
per la Libia e dopo,
dopo quelli per il Carso.
Salirono lungo i vigneti,
scesero nelle miniere,
scalarono monti d’olivo,
raggiunsero le case sperdute che solo allora l’Italia ricordava.
Vennero anch’essi a lasciare
famiglie senza pane,
donne senza uomo,
uomini senza vita.
Dopo un po’ tornò il tempo della rossa
bella bandiera rossa d’ogni tempo,
alta sul palo più alto della miniera.
Fugace come la gioia,
fugace come la vita,
morì presto, durò solo un istante
un giorno, un mese, un anno
di rivolta d’amore.
Dopo, dopo venne l’inverno,
il duro, lungo inverno del nostro scontento,
l’ora del lupo, quando i bimbi tremano
e piangono le donne se improvvisa
bussa la porta: fuggi compagno, fuggi,
la notte è nera e fuori fischia il vento…

(200)

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