#FridaysForFuture: i ragazzi di Roma e di tutto il mondo rilanciano il grido di Greta Thunberg
30000 ragazzi ed un solo grido: l’ambiente va salvato e serve che tutti facciano la loro parte, istituzioni in primis
Questa mattina a Roma erano più di 30000 i ragazzi scesi in piazza per lanciare un messaggio chiaro: è ora di prendere immediati provvedimenti per la tutela ambientale prima che sia troppo tardi, perché il tempo scorre e se entro i prossimi 11 anni non si riuscirà a cambiare rotta i cambiamenti saranno irreversibili. Il Climate Strike romano non è stato il solo, oggi i ragazzi dei licei e delle università di tutto il mondo sono scesi in piazza per partecipare a quella che è sicuramente una delle più importanti manifestazioni ambientaliste della storia recente.
1325 città in tutto il mondo e più di 100 in Italia hanno accolto l’appello e si sono unite al grido di Greta Thunberg, la giovanissima attivista svedese che ogni venerdì sciopera dalla scuola per recarsi davanti al parlamento svedese e chiedere che questo adotti misure significative nella lotta ai cambiamenti climatici. La giovane sedicenne ed il suo cartello con lo slogan Skolstrejk för klimatet, sciopero della scuola per il clima, sono ben presto diventati famosi in tutto il mondo e la ragazzina non si è fermata certo qui, recandosi perfino all’ONU a spiegare agli adulti che è il momento di agire concretamente, azione che l’ha resa sempre più la faccia e la bandiera di quella che è la sfida più importante del nostro secolo e che finora faticava a trovare un modo per raccontarsi in modo efficace. Sono dunque migliaia se non milioni i ragazzi suoi coetanei che oggi erano nelle piazze di tutto il mondo a dimostrazione che Greta non è sola e che la questione sta a cuore a tutti i giovani che, come lei, nel mondo del futuro dovranno viverci.
In Italia e a Roma in particolare poi non sono mancate le proteste per un governo ed un ministro dell’ambiente che non stanno mantenendo le promesse lanciate in campagna elettorale e che rischiano di non riuscire a mantenere neppure gli accordi presi per il 2030. Seppure infatti il ministro Costa qualche cosa buona l’ha fatta, come l’aver stanziato più di 6 miliardi di euro per il dissesto idrogeologico e essersi posto in prima linea nella lotta al marine litter (anche se, a onor del vero, per il momento più a parole che a fatti) va ricordato come nei piani di governo non ci sia una strategia seria di conversione alle energie rinnovabili e come le stesse stime fornite da questo prevedono che la quantità di energia prodotta da energie rinnovabili nel 2025 non arriverà neanche ai minimi fissati dall’Unione Europea per rispettare l’accordo di Parigi.
I ragazzi sperano dunque che con i FridaysForFuture della piccola Greta e questo Climate Strike mondiale possano finalmente riuscire a far sentire la loro voce ai governi ed agli adulti di tutto il mondo e far sì che il pianeta riesca a cambiare rotta prima che sia troppo tardi.
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