GUERRA IN SIRIA : BOMBARDAMENTI CONTRO DAMASCO
Per distruggere presunte armi chimiche USA , Francia e GB scaricano missili sulle città
di Pietro Venier
L’attacco come sempre parte nella notte. I vigliacchi si nascondono sempre nell’ombra. Dopo aver più volte “avvertito” la Russia l’attacco più annunciato della storia comincia alle 3 con il buio più intenso. Dalle navi e dai sommergibili che stazionano nel Mediterraneo partono i missili che USA, Francia e Gran Bretagna hanno deciso di lanciare contro la Siria e la sua capitale Damasco. Cento micidiali bombe aeree, nipotine di quelle che Hitler lanciava contro Londra, arrivano al loro obiettivo. Le esplosioni squarciano la notte ed aggiungono sofferenza ad un popolo già martoriato. Passano poche ore ed i Presidenti “democratici” prendono la parola per spiegare che, ovviamente,”non c’era alternativa”. Loro, a nome di noi tutti purtroppo, dovevano bombardare per “punire” il tiranno Assad che avrebbe utilizzato delle armi chimiche per riconquistare Douma dai terroristi dell’ISIS. Nessuno porta una sola prova che confermi quanto denunciato. Ma chiedono a tutti noi di fidarci. Bisogna fidarsi della parola di quelli che hanno invaso l’Iraq per eliminare armi di distruzione di massa che non sono mai esistite. Bisogna fidarsi di coloro che hanno distrutto la Libia per portare “la libertà” consegnandola nelle mani delle bande e dell’ISIS. Bisogna persino accettare che anche la vera e propria follia di poter pensare di eliminare armi chimiche bombardando i siti dove sarebbero stoccate queste sostenze pericolosissime. Se davvero gli obiettivi dei bombardamenti fossero stati depositi di armi chimiche oggi, grazie ai missili “belli ed inelligenti” di Trump l’intera Siria sarebbe in pericolo di contaminazione. Siamo di fronte ad un attacco che va contro ogni legalità internazionale, che colpisce le forze che sul campo hanno combattuto contro lo Stato Islamico ed i suoi tagliagole, un attacco nella sostanza inutile, come dichiarano i più importanti esperti militari, ma che serve a mostrare i muscoli in primo luogo alle proprie opinioni pubbliche ma senza spaventare troppo le Borse (l’attacco è iniziato alla chiusura settimanale di Wall Street…). Bisogna dire basta con questa politica delle armi. Terrorismo e guerra si alimentano a vicenda.
(44)