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DEPORTATI DALL’ITALIA : immigrati sudanesi salgono su una torre di Malpensa

DEPORTATI DALL’ITALIA : immigrati sudanesi salgono su una torre di Malpensa

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DEPORTAZIONI : LA VERITA’ ASSASSINA DELL’ EUROPA

Comunicato della rete NO BORDERS


no borders no nationsLo stato italiano sta imprimendo una forte accelerazione ai piani di gestione della migrazione in corso dall’Africa. L’obiettivo dichiarato è quello di impedire alle persone in fuga da guerra, persecuzione politica e miseria di raggiungere l’Europa. E di rimandare indietro con la forza chiunque, già nel nostro continente, non si sottometta alla schiavitù che viene imposta, altrimenti nota come le regole dell’accoglienza: non poter decidere dove vivere, essere privato della dignità e della libertà personale, lavorare gratuitamente.
Oggi un volo Egyptian Air era pronto a deportare circa 100 persone dall’aeroporto di Milano Malpensa a Khartum, Sudan, facendo scalo al Cairo, nonostante non esistano accordi ufficiali fra lo stato italiano e quello sudanese per i rimpatri diretti. Per reagire a tutto ciò nell’aeroporto di Malpensa tre solidali si sono arrampicati su una torretta, senza invadere la pista, per protestare e cercare di guadagnare tempo. Ma il meccanismo micidiale non si è fermato e l’Italia è complice di una deportazione di massa che condanna quarantotto sudanesi all’annientamento di ogni speranza di vita. Poco prima della partenza si è scoperto, infatti, che il volo non sarebbe partito dall’aeroporto di Malpensa, ma bensì da quello di Torino con a bordo una quarantina di sudanesi presi a Ventimiglia ieri sera. Questo schifoso meccanismo continua a rimescolare le sue carte perché vuole rimanere nascosto agli occhi di tutti.
Hanno paura delle proteste e vogliono solo silenzio su quello che fanno.
Ogni mese che passa l’Europa dei diritti mostra quanto sia evidente la propria contraddizione: da un lato ipocriti proclami umanitari, dall’altro la realtà dei rastrellamenti, dei centri di reclusione, delle deportazioni. I governanti dei paesi democratici non si fanno scrupoli a stringere accordi con i peggiori dittatori e assassini affidando a loro il lavoro sporco di eliminare quelle vite indesiderate. Ma quando questi accordi ancora non ci sono, nemmeno la stessa legge conta più pur di cominciare l’operazione di pulizia. Così oggi partirà un aereo che illegalmente rimpatrierà quarantotto persone in Sudan, il paese governato dal generale Al Bashir , al potere dal colpo di stato del 1989, che dal 2003 sostiene il genocidio dei gruppi tribali del Darfur, nel nord ovest del paese, e ha già causato 400.000 morti e 2,5 milioni di profughi.
L’Italia è tra i promotori e gli ispiratori del Migration Compact, il progetto di legge che esternalizzerà le frontiere europee facendole gestire direttamente ai paesi africani dai quali i migranti vogliono scappare. La stampa sudanese riporta incontri fra Gabrielli, il capo della polizia italiana, e il suo omologo a Khartum, oltre alla presenza di una delegazione del ministero dell’interno sudanese presso l’ambasciata di Roma per facilitare il rilascio dei documenti per il rimpatrio di cittadini sudanesi sul territorio italiano. Oggi è solo l’inizio di quella che il capo della polizia ha definito come un’operazione di “alleggerimento”. L’alleggerimento democratico significa rimandare le persone incontro alla fame, alla guerra o alla morte da cui stavano cercando di fuggire. Le operazioni vengono fatte in silenzio e di nascosto, per cercare di togliere dagli occhi dei bravi cittadini le menzogne e il sangue su cui si regge l’Europa.
Non è solo alle frontiere che quella che viene definita un’emergenza si rivela come una vera e propria guerra che gli Stati muovono ai migranti. I confini e i dispositivi di repressione attraversano tutto il paese. Sono le stazioni che diventano accampamenti militarizzati e gli aeroporti dove a pochi passi dai turisti che si preparano alle loro vacanze centinaia di uomini vanno incontro alla deportazione, ed è il momento di scegliere da che parte stare.

STOP DEPORTATION!

 


 

Migranti. Tre manifestanti No Border fermati all’aeroporto di Malpensa

Saranno processati per direttissima oggi alle 13 i tre No Border che ieri hanno inscenato una protesta su una torre all’aeroporto di Milano Malpensa: contro le deportazioni dei migranti, dirottati poi a Torino-Caselle. I solidali si sono dati appuntamento per un presidio davanti al Tribunale di Busto Arsizio.

L’operazione era stata organizzata in gran segreto a seguito del memorandum firmato il 4 agosto con il Sudan. Dal paese africano provenivano infatti i 48 migranti, che si trovavano a Ventimiglia nel campo di transito della Croce Rossa (ne abbiamo parlato martedi) dove intendevano inoltrare la richiesta di asilo, e che ieri sono stati rimpatriati con un volo charter, destinazione Khartoum.

Stando alle prime testimonianze, i migranti sono stati presi a Ventimiglia e portati alla Questura di Imperia, dove il magistrato ha notificato loro il decreto di espulsione. E’ la prima operazione del genere e ha messo in allarme le organizzazioni umanitarie.

Geraldina Colotti da il manifesto

 

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