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USB – Dissenso interno – Pierpaolo Leonardi replica alle critiche

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LEONARDI : CHI DISSENTE NON HA CAPITO LA NUOVA FASE

LiberaTV, dopo aver dato la notizia del dissenso interno all’USB, ha intervistato Pierpaolo Leonardi dell’Esecutivo Nazionale USB affinché si possano confrontare le due posizioni

Leonardi avanza non solo critiche sul metodo scelto da chi dissente ma evidenzia la profonda diversità di valutazione politica tra la dirigenza USB ed il gruppo dissidente sull’idea stessa di sindacato. Le posizioni sono molto chiare e contrapposte. Infatti, dopo l’assemblea il 31 gennaio, il gruppo di dissidenti sta praticando un processo di separazione reale che apre le porte ad una vera e propria scissione.


Pierpaolo Leonardi USB Abbiamo chiesto a Leonardi le sue opinioni nel merito delle tre questioni poste dal gruppo interno dei dissidenti USB:

Sulla prime questioni che sono “1) Indipendenza dal quadro politico partitico, che non significa che bisogna essere apolitici, ma vuol dire che un sindacato di classe deve agire dentro e fuori i posti di lavoro senza vincoli politici, o peggio ancora di appoggio a cartelli elettorali 2) Un sindacato nazionale deve essere sintesi deve essere organizzato su tutto il territorio nazionale senza vincoli o restrizioni sui territori affinché la struttura centrale possa fare una sintesi di tutte le realtà” Leonardi sostiene che da tempo un pezzo dell’organizzazione ha vissuto in maniera assolutamente impolitica le trasformazioni immaginando che si potesse costruire un sindacato partendo dai propri posti di lavoro dalle proprie specificità negando la possibilità che un sindacato generale confederale fosse meglio attrezzato per dirigere i lavoratori; poi per quanto riguarda i vincoli politici il sindacato USB ha da sempre avuto un rapporto con la rete dei comunisti ma questo non ha mai vincolato l’USB e tanto meno quei lavoratori o delegati appartenenti ad altre realtà poliche e/o sociali che si voglia. 

Sulla terza ed ultima questione posta “3) Confederalità – Un sindacato generale che pratichi la lotta di classe dentro e fuori i posti di lavoro; che non separi i lavoratori uno dall’altro; che non tratti separatamente i lavoratori emigrati attraverso un ipotetica confederalità sociale; e che non veda il problema dell’abitare come questione a parte” Leonardi sostiene che si da una lettura fuorviante della scelta della conflittualità sociale decisa tra l’altro al congresso di Montesilvano in quanto la conflittualità sociale non sostituisce il lavoro sindacale ma che invece tiene anche conto di chi un lavoro non c’è la, tiene conto degli emigrati e di chi è senza casa. 

Dopo le tre questioni poste sono state chieste a Leonardi delucidazioni sull’accordo della rappresentanza (così detto accordo del 10 Gennaio) tra l’altro contestato anche da altri sindacati di base; su questo Leonardi spiega che per causa di una ignobile sentenza giudiziaria l’ USB si è trovata di fronte un bivio ovvero si è trovata nella condizione di firmare l’accordo oppure di uscire da ogni trattativa rinunciando anche a partecipare alle elezioni di RSU.

 

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