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MEMORIAL PASOLINI: “Pasolini gioca ancora!”

MEMORIAL PASOLINI: “Pasolini gioca ancora!”

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Lo spettacolo-partita di Barberio Corsetti

di Anna Maria Bruni


 

puttana_e_calciatoriAmore. Corrente. Allegria, tristezza, pena, risate, terra carne sangue umori… solo un fiume di parole che non basta a dire la bellezza semplice di questo spettacolo-partita di calcio che Giorgio Barberio Corsetti ha realizzato con alcuni attori insieme ai ragazzi di Pietralata, che il campo Liberi Nantes del quartiere lo curano, lo mantengono, e ci giocano.

Dalla parte di Albarossa, la squadra storica di quello che al tempo di Pasolini era il Partito Comunista, cioè un partito che nei quartieri viveva e dai quartieri prendeva la sua linfa vitale, e dalla parte di Liberi Nantes, la squadra formata dai ragazzi africani emigrati e integrati in quella comunità, e che quella comunità contribuiscono ad alimentare con il loro apporto, determinando una reciproca integrazione.

Questo è l’humus dentro il quale Barberio Corsetti ha scelto di onorare Pasolini, gridando “Pasolini gioca ancora!” fin dal titolo, per lasciar poi attraversare la partita da puttane dai corpi offerti nelle ballate romanesche, onorando la carne come poesia alla faccia dei sepolcri imbiancati. E insieme a loro, una sfilza di altri personaggi smascherati perché fuori dal falso moralismo.

Così il ministro diventa il personaggio comico e sputtanato privo di qualunque ascendente, mentre due drop out conquistano la scena con il loro candore incosciente, e così il poliziotto-ragazzo-del-sud, capace di smascherare se stesso cercando un altro Egitto.

E quando interviene l’arbitro-tutore-dell’ordine per espellere chi rompe lo schema, interviene proprio lui, Pierpaolo, sempre presente in campo, con un microfono e un cameraman, per restituire la parola a chi non avrebbe potuto averla. E allora sentiamo il racconto del ragazzo venuto dal Ghana, o di quello arrivato dal Mali, le traversie, il dolore, il danno. E la speranza. Riposta nel lavoro attento per mantenere il campo, per costruire gli spalti, e insieme nuove, umane relazioni.

Cura, è la parola che meglio esprime la sua dedizione, quella di tutti i ragazzi e degli attori, quella di Barberio Corsetti. La stessa che avrebbe avuto Pasolini.

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