In Gran Bretagna il Governo lavora a nuove norme per inasprire l’ attività sindacale e lo sciopero
Si apre la strada per norme antisciopero decise dall’Unione Europea?
L’obiettivo sembra essere proprio questo. In Italia il Governo Renzi sta già lavorando!
In Gran Bretagna è partito l’attacco alle libertà sindacali.
In particolare si tratta della libertà di sciopero poiché in Gran Bretagna lo sciopero non è legalmente garantito come un diritto ma appunto è una “libertà” che è soggetta a restrizioni a seconda delle vicende politiche che avvengono nel paese.
Nel lavoro privato lo sciopero politico, non legato a problematiche contrattuali, è illegale, ciò significa che i lavoratori non sono tutelati dalla cosiddetta “immunità”. Si tratta di un istituto senza il quale i lavoratori dovrebbero rispondere in termini di responsabilità civile ed interruzione del lavoro e quindi verrebbero citati per danni.
Proprio in questi giorni il Governo inglese ha annunciato un provvedimento di legge che attacca fortemente l’attività sindacale con l’obbiettivo di cancellare la possibilità di utilizzare anche lo strumento dello sciopero. C’è da sottolineare che Il primo Ministro Cameron aveva fatto un passaggio su questo tema proprio nel giorno del suo insediamento, come dire sta mantenendo una promessa.
Con le regoli attuali per effettuare uno sciopero bisogna ottenere ,con il voto segreto, consensi pari alla maggioranza semplice di coloro che votano .
Il nuovo progetto di legge impone un minimo del 50% di partecipazione al voto segreto e nel settore pubblico scuola, sanità, trasporti e servizi antincendio è necessario anche il voto favorevole allo sciopero di almeno 40% degli aventi diritto al voto
La nuova legge vorrebbe costringere i sindacati a dare un preavviso di sciopero di 14 giorni e permettere così ai datori di lavoro di prendere da agenzie di lavoro in affitto, i lavoratori per sostituire chi è in sciopero, cosa che era stata vietata con una legge dal 1973 .
La nuova legge includerà anche misure di contrasto alle “intimidazioni” ai lavoratori non partecipanti allo sciopero.
Ancora tra le novità del nuovo provvedimento quella di obbligare i sindacati a fornire alle forze dell’ordine “informazioni più dettagliate” in casi di disordini ma non è ancora tutto; altra novità è quella di trasformare uno “sciopero illegale” in un “reato” quindi da punire penalmente.
Insomma si apre la strada ad una cancellazione definitiva della libertà di sciopero accompagnata da un attacco feroce alla attività sindacale.
Si vuole cancellare il “sindacato” partendo dagli strumenti di cui dispone.
Questo nuovo corso sta permeando anche il resto d’Europa.
Ma certamente questa campagna di attacco sta già trovando la resistenza delle organizzazioni sindacali di classe e conflittuali e dei lavoratori dei settori sottoposti a privatizzazioni.
In Gran Bretagna la organizzazione sindacale RMT, aderente alla Federazione Sindacale Mondiale, ha dato vita ad un sciopero dei macchinisti della Metro di Londra. Uno sciopero iniziato alle 18 del 5 Agosto e terminato nella mattinata del 7 Agosto. Altri due giorni di sciopero sono in programma nella settimana dal 10 al 14 Agosto.
Uno sciopero combattivo che ha visto il blocco totale del servizio Metro di Londra con 450 km di percorso e 200 stazioni. Contro le condizioni che l’Azienda vuole imporre dal 1 Settembre con l’avvio del servizio no-stop , contro il mancato adeguamento delle retribuzioni in una fase di crescita economica , contro la decisione dell’Azienda di sostituire il personale alle biglietterie con macchine distributrici, cosa che comporterebbe la cancellazione di posti di lavoro, contro i mancati investimenti e le attuali condizioni della sicurezza per i lavoratori e gli utenti.
In Italia il Governo Renzi anche attraverso i mass media, i professori universitari, gli esperti tuttologi ha aperto la campagna di estate/autunno per tentare di cancellare quel poco che resta sulla possibilità di esercitare il diritto di sciopero nel nostro paese.
Ma cosa lega la Gran Bretagna all’Italia?
La necessità assoluta di impedire la possibilità di far crescere il conflitto nei rispettivi paesi.
La necessità assoluta di eliminare qualsiasi opposizione ai progetti di privatizzazione dei servizi pubblici e dell’intero stato sociale.
La necessità assoluta di togliere strumenti di azione ed intervento ai lavoratori e alle organizzazioni sindacali che possono invece organizzare e far crescere una risposta vera e di classe alle politiche di attacco feroce che i governi su disposizione dell’Unione Europea, Fondo Monetario Internazionale e Banca Europea stanno realizzando.
Attenzioni quindi perché facilmente le politiche di attacco alle libertà sindacali rischiano di assurgere a decisioni che l’Unione Europea è pronta a fare sue.
Abbiamo una grande responsabilità: impedire che questo avvenga organizzando da subito una risposta determinata e forte in Italia perché sia di pungolo e faccia da apripista anche per gli altri paesi europei attraverso il lavoro della Federazione Sindacale Mondiale in Europa.
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