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Amazzonia: i crimini della Chevron

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AMAZZONIA: I CRIMINI DELLA CHEVRON


15 aprile 2014

 

Intervista alla responsabile della campagna "La mano sporca della Chevron", Celine Meneses, per dencunciare i crimini ambientali della multinazionale petrolifera in Ecuador.

D: Siete impegnati in una campagna internazionale a sostegno della verità su ciò che è successo in Amazzonia….

R: Nell'Amazzonia ecuatoriana la multinazionale Texaco acquisita dalla Chevron nel 2001 ha contaminato deliberatamente il suolo dell'Amazzonia e la sua vegetazione per ventisei anni dal 1964 al 1990, non hanno utilizzato nessun mezzo precauzionale o tecnica a tutela dell'ambiente nella loro estrazione petrolifera, hanno costruito 1000 bacini a cielo aperto senza nessun tipo di protezione, avrebbero potuto usare membrane a protezione del sottosuolo e tecniche di reiniezione sicure, come peraltro usavano negli Stati Uniti. Ma in Ecuador no. Hanno riversato liquidi tossici in queste piscine, li hanno riversati nei fiumi e anche nelle strade, dicendo alla popolazione indigena che il petrolio non inquinava, che potevano bere l'acqua perché l'arricchiva di sali minerali e forniva vitamine… le popolazioni indigene che non avevano mai visto prima nella loro vita il petrolio e ignoravano la sua natura credettero alle menzogne: i bambini giocavano con il petrolio, gli adulti lo usavano come crema per il proprio corpo pensando che facesse bene alla pelle.

D: Le conseguenze reali sulla popolazione?

R: Fondamentalmente nel suolo, se uno va nella zona contaminata e conficca un machete nella terra ciò che trova è petrolio condensato, petrolio residuale ovunque. Le conseguenze per la salute, molte volte non ci sono prove scientifiche che possano dimostrare le cause/conseguenze tra l'estrazione petrolifera e le malattie da esse indotte. Ciò che  non è confutabile sono le infezioni alla pelle, ci sono molte infezioni cutanee nell'Amazzonia che dimostrano la loro conseguenza diretta dall'inquinamento. Possiamo però affermare anche senza verifica scientifica è che prima non c'erano tumori in Amazzonia, sono aumentati brutalmente al punto che i casi in Amazzonia oggi sono quanti nel resto del paese, è anche provato che c'è un numero importante di aborti spontanei sebbene non sia dimostrabile che sia una conseguenza diretta della cattiva gestione dell'estrazione petrolifera.

D: C'è una causa internazionale molto complessa, ma c'è anche una campagna di diffamazione che la Chevron-Texaco ha scatenato contro il governo dell'Ecuador. Cosa state organizzando per rispondere a questa campagna miliardaria e poter diffondere la vostra denuncia?

Il governo dell'Ecuador si sta difendendo dalla campagna diffamatoria di Chevron facendo conoscere la verità al mondo. Il primo passo è stata la visita del presidente Rafael Correa al "Pozzo Agua Rico 4" dove non c'è mai stata altra estrazione petrolifera se non quella della Texaco, per provare al mondo la verità e mostrando la mano sporca di crudo… la campagna si chiama "la mano sporca di Chevron" e mostra la catastrofe ambientale compiuta dalla Chevron in Amazzonia.
Il governo, per mezzo delle sue ambasciate e consolati sta facendo conoscere a tutti ciò che è il "caso Chevron", questa contaminazione brutale che è 85 volte più grande del "caso British Petroleum" nel Golfo del Messico, stiamo invitando giornalisti internazionali a venire in Ecuador per comprovare la verità e informare il mondo di fronte alla disinformazione fornita da molti giornali e mezzi di comunicazione che non fanno altro che da megafono alla propaganda della Chevron.
Ad esempio: C'è stato un pronunciamento nell'ambito del processo arbitrale che coinvolge la Chevron e lo Stato dell'Ecuador alla Corte dell'Aja; in merito la Chevron-Texaco ha prodotto un comunicato dove sostiene che il collegio arbitrale la libera da ogni responsabilità compresa quella di inquinamento ambientale, questa è una menzogna. Il collegio arbitrale ha dichiarato esattamente il contrario. Ma i mezzi di comunicazione internazionali e anche alcuni media privati dell'Ecuador hanno riportato le menzogne della Chevron Texaco senza verificare alcuna fonte e l'attendibilità della dichiarazione fornita dalla Texaco.

D:Quindi le menzogne vivono con la forza delle multinazionali. L'Ecuador deve rispondere alle menzogne di una multinazionale non di un'altro stato che l'aggredisce. Il processo politico ecuadoriano trova la forza anche nella relazione con la solidarietà internazionale, c'è una Rete internazionale al fianco dell'Ecuador nella sua battaglia per la giustizia e la verità sulla questione Texaco Chevron?

R: La solidarietà si sta esprimendo. C'è una espressione forte della società civile nel mondo. Ci sono 53 comitati di appoggio presenti in tutti e cinque i continenti.
A livello governativo contiamo sull'appoggio da parte dei nostri paesi fratelli dell'ALBA (Alleanza Bolivariana  dei popoli di Nuestra America) anche in paesi come il Venezuela dove ci sono forti investimenti della Chevron e contiamo sull'appoggio dell'UNASUR (Unione Stati Sudamericani), della CELAC e ci sono segnali che altre organizzazioni internazionali daranno presto il loro appoggio.
Ci sentiamo appoggiati ma abbiamo bisogno dell'appoggio di tutti, ricordo che la Chevron ha un bilancio che è 7 volte quello della Francia, siamo di fronte a una multinazionale che ha un bilancio che non ha nulla  a che vedere con quello di un piccolo paese come l'Ecuador.
Siamo un piccolo paese ma sovrano e che lotta, come dice il presidente Correa, con 'arma più letale che esiste: la verità e se i mezzi di comunicazione la vogliono, come voi di Libera.Tv state facendo, la possono avere.

 


intervista di Jacopo Venier

riprese di Roberto Pietrucci

montaggio di Simone Bucci

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