Home Attualità Politica ILVA – VENDOLA INDAGATO : video e comunicati

ILVA – VENDOLA INDAGATO : video e comunicati

827
0

VENDOLA INDAGATO

Anche il leader di SEL tra i 53 indagati per l'inquinamento dell'ILVA di Taranto


C’è anche il governatore di Puglia Nichi Vendola tra i 53 indagati nell’inchiesta sull’Ilva di Taranto. Concussione ai danni del direttore generale dell’Arpa Puglia, Giorgio Assennato. È questa l’ipotesi di reato contestata dal pool di inquirenti guidati dal procuratore Franco Sebastio che ha notificato gli avvisi di conclusione dell’indagine nella quale sono accusati del disastro ambientale e sanitario di Taranto Emilio, Nicola e Fabio Riva, i vertici della fabbrica e, con capi d’imputazione differenti, anche politici, funzionari ministeriali e locali, membri delle forze dell’ordine, un ex consulente della procura, un sacerdote e il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano.


IL COMUNICATO DI PEACELINK DI TARANTO

Il Tribunale di Taranto ha notificato l’avviso di chiusura delle indagini preliminari e E STAMANI sono stati RESI NOTI I NOMI DEI 53 indagati nell’ambito dell’inchiesta “Ambiente Svenduto”.
TRA QUESTI FIGURANO PERSONAGGI ECCELLENTI, COME IL GOVERNATORE DELLA REGIONE PUGLIA NICHI VENDOLA, IL SINDACO DI TARANTO IPPAZIO STEFANO E L'EX PRESIDENTE DELLA PROVINCIA GIANNI FLORIDO. 

PeaceLink e Fondo Antidiossina esprimono la propria soddisfazione per l’eccellente lavoro svolto dal GIP Patrizia Todisco che con coraggio e professionalità ha garantito lo svolgimento delle indagini, le quali dovrebbero confluire nel processo a carico di coloro che, secondo il GIP, avrebbero messo in atto un "disegno criminoso" per inquinare l'ambiente, causando danni alla salute. Tutto ciò al fine di perseguire la logica del profitto.

Il lavoro del Giudice Todisco e della Procura di Taranto rappresentano il baluardo in difesa dei diritti primari dei cittadini, diritti che non dovrebbero mai essere negoziabili.   La difesa strenua e coraggiosa dell'ambiente e della salute dei tarantini, in contrasto con le logiche di profitto, è stata il caposaldo del lavoro dei magistrati tarantini e del Capo Procuratore Franco Sebastio, ai quali va il nostro più profondo ringraziamento e plauso, affinché si perseveri nella ricerca della verità, durante tutte le fasi del preannunciato processo.   PeaceLink e Fondo Antidiossina, in costante collegamento con le istituzioni europee ed in particolare con la Commissione, nel solco dell’attività svolta dai magistrati a Taranto, continuano a portare avanti il lavoro di denuncia e di informazione presso gli organi europei, affinché  la parallela procedura di infrazione europea continui ad andare di pari passo con l'iter giudiziario a Taranto.
Vengano processati i politici che non hanno difeso la salute.

Taranto, 30 ottobre 2013

Fabio Matacchiera Fondo Antidiossina, Alessandro Marescotti PeaceLink, Antonia Battaglia Fondo Antidiossina e PeaceLink

 


IL COMUNICATO DI ANGELO BONELLI PRESIDENTE DEI VERDI


ILVA: INCHIESTA PROCURA; BONELLI (VERDI), ATTO DI ACCUSA PER INTERA CLASSE POLITICA
RESPONSABILITA' POLITICHE E MORALI ENORMI PER QUELLO CHE LA POLITICA DOVEVA FARE E NON HA FATTO

"Gli ultimi risvolti delle indagini della procura di Taranto sono un atto di accusa gravissimo nei confronti di un'intera classe politica che negli ultimi anni non ha fatto quello che avrebbe dovuto fare e che invece ha dovuto la magistratura". Lo dichiara il Presidente dei Verdi Angelo Bonelli nel corso di una conferenza stampa a Taranto nella sede del movimento Taranto Respira

"Si tratta di quella stessa classe politica che faceva a gara per dire che i livelli d'inquinamento a Taranto si erano ridotti mentre la Procura indagava – aggiunge -. Dalla conclusione delle indagini emerge con assoluta evidenza la responsabilita' politica e morale per quello che la politica doveva fare e non a fatto a cominciare dall'indagine epidemiologica. Indagine che abbiamo chiesto per ben due volte senza ricevere nessuna risposta e che poi ha fatto la Procura, inchiodando l'Ilva alle sue responsabilita'".

"Sono tante le cose cui fare chiarezza – continua il leader ecologista -. Dalla legge regionale anti-diossina bella sulla carta ma mai applicata perche' non c’e' mai stato il monitoraggio in continuo alla Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale) approvata nel 2011 che consentiva all'Ilva di raddoppiare la produzione fino al decreto sul BenzoApirene che fissava i limiti ad un nanogrammo pre metro cubo nonostante questo limite fosse già prevista da una legge statale del 1999 ma mai presa in considerazione".

"Non entriamo nel merito degli avvisi di garanzia ma se i magistrati dovessero decidere per la richiesta di rinvio a giudizio chi ha incarichi istituzionali dovrebbe trarne immediatamente le conseguenze e dimettersi – conclude Bonelli -. Questo e' l'unico modo per restituire un briciolo di fiducia nelle istituzioni ai cittadini di Taranto che da anni vivono con l'incubo dell'inquinamento e dei veleni di cui la politica ha deciso di non occuparsi".

 

(827)

LEAVE YOUR COMMENT

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

Vai alla barra degli strumenti