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ARCIGAY: CONGRESSO FALSATO -G. Caloggero Pres. Arcigay Catania .

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ARCIGAY : UN CONGRESSO FALSATO

Intervista ad G. Caloggero Pres. Arcigay Catania


 

Giovanni Caloggero Presidente Prov. Comitato Arcigay di Catania denuncia irregolarità nel Congresso Nazionale di Arcigay di Ferrara a causa di svariate ingerenze e irregolarità determinate da partiti e poteri forti.  


 

A seguire documento di denuncia sottoscritto da vari Comitati Provinciali di disconoscimento del Congresso in svolgimento.

 

 

DOCUMENTO DEI COMITATI PROVINCIALI ARCIGAY
SUL XIV CONGRESSO NAZIONALE DI ARCIGAY A FERRARA



Arcigay è un’associazione di promozione sociale il cui articolo 2 dello Statuto nazionale stabilisce che “la democrazia interna, la partecipazione delle socie e dei soci alla vita dell’Associazione, la trasparenza dei processi decisionali” sono valori su cui si fondano la vita e l’azione dell’associazione stessa e che “l’ordinamento interno dell’Associazione è ispirato a criteri di democraticità ed uguaglianza dei diritti di tutte le socie e tutti i soci”, valori e criteri che necessariamente devono riflettersi nelle pratiche associative, costituendo, dunque, la indispensabile base del comune sentire e del comune agire di tutte le socie e soci.


Questi valori e principi, espressione di una comune storia, cultura e sensibilità, traggono origine dall’ARCI e hanno potuto svilupparsi all’interno della Federazione nazionale ARCI, garanzia proprio di quei principi generali di eguaglianza dei diritti tra tutti i soci e le socie e del loro irrinunciabile diritto alle garanzie democratiche, al dibattito e alla partecipazione democratica che costituiscono dunque il patrimonio condiviso da tutte le associazioni che fanno parte della Federazione.


L’ alterazione del percorso congressuale interno ad Arcigay, che ha caratterizzato taluni congressi provinciali e l'assemblea dei circoli affiliati ha inficiato la legittimità democratica del  XIV Congresso Nazionale.
In particolare:


1. un conflitto interno che, se legittimo nel quadro della democratica dialettica del confronto, è stato, invece, reso volutamente aggressivo ed esasperato da attacchi sul piano squisitamente personale ben finalizzati alla delegittimazione delle persone e dei ruoli assegnati dall'ultimo Congresso di Perugia;
2. lo svolgimento di alcuni congressi provinciali, per la nomina dei delegati al Congresso nazionale, è stato inficiato da reiterati episodi di compressione delle regole democratiche che non hanno mancato, quindi, di determinarne l'esito dando, conseguentemente, adito a diversi ricorsi al Collegio dei Garanti ove sono stati depositati numerosi documenti di pubblica denuncia da parte di soci e dirigenti;


3. la violazione dei principi valoriali e statutari nei confronti di Arcigay ad opera di numerosi circoli affiliati all’Associazione comportante severe conseguenze per la vita e la sopravvivenza di Arcigay, per il vincolo che lega quest'ultima alle associazioni affiliate e per la partecipazione e composizione stessa dell’assise del XIV Congresso nazionale.


Quest'ultimo, ma non ultimo, aspetto, ci appare opportuno segnalare e sottolineare sia per la ovvia violazione dei principi e dei valori statutari di Arcigay e ARCI, sia per la palese refluenza sull'andamento democratico del percorso congressuale che, inevitabilmente, verrebbe da esso condizionato in favore di numerosi circoli che di fatto hanno costituito una lobby per il raggiungimento non più degli scopi sociali bensì di interessi aziendali che poco o nulla hanno a spartire con la naturale mission associativa di Arcigay.


Andando nello specifico, riteniamo utile a una migliore comprensione riportare quanto segue: il 7 luglio 2012 una e-mail inviata dai rappresentanti di una cospicua parte del Circuito affiliato avvisava l’associazione della scelta degli stessi di attuare un improprio “diritto di ritenzione” delle quote di proprietà di Arcigay, adducendo motivazioni, sulle quali qui non esprimiamo giudizi, che hanno introdotto una forma  di  ricatto economico quale arma di pressione politica e condizionamento del XIV Congresso nazionale di Arcigay e reiterabile per  tutto il futuro assetto associativo,  qualora le decisioni che l'associazione avesse liberamente assunto non fossero state di gradimento di questa parte del Circuito affiliato. Le conseguenze di quella “ritenzione”, intrapresa già in precedenza e protratta nel corso di parecchi mesi, si sono tradotte in un impoverimento economico e politico dell’Associazione nazionale che, ad oggi, non è in grado di prendere parte ai costi del Congresso, ed essere di aiuto ai numerosi delegati provenienti da altrettanto numerosi Comitati provinciali, e costituente anche alea per una prosecuzione della partecipazione ai prossimi progetti che richiedono un bilancio associativo consolidato.


Questo determinerà un assenteismo, che non trova precedenti, di una significativa percentuale di delegati al Congresso nazionale e, dunque, una palese compromissione dei principi di partecipazione democratica e di rappresentanza. Questo stato di cose è ulteriormente aggravato da una organizzazione locale del Congresso nazionale, la quale propostasi improvvisamente, cioè senza alcuna preventiva proposta di candidatura come invece fatto dalle altre città, alla delibera del Consiglio Nazionale e stranamente coincidente con la città ospitante il Comitato del candidato presidente, che non è riuscita ad elaborare un piano di costi accessibili, in una fase di grave recessione economica, finendo per determinare, a carico di molti delegati e delegate, l'oggettiva impossibilità di poter partecipare al Congresso nazionale di Ferrara.


Sempre in merito alla lobby, formatasi tra i numerosi circoli affiliati, ci sembra ancora importante e particolarmente significativo ulteriormente segnalare ed evidenziare la gravità della contemporanea costituzione di una rete alternativa ad Arcigay, tale ANDOS affiliata ad ENTES (Ente nazionale trattenimenti, gastronomia e sport), da parte di quegli stessi soggetti latori dell’attuata minaccia di trattenimento delle quote e già beneficiari di stralci considerevoli dei loro debiti pregressi, oltre che di una riduzione delle quote di competenza di Arcigay a SOLI tre euro su quindici, in violazione dei più elementari principi associativi.


Aggiungasi che tale benefici mai prima consentiti nella storia di Arcigay, formalizzati con accordo siglato dalle parti interessate in data 9 gennaio c.a. e dagli stessi ritenuti “lungimiranti” e valutati con grande favore, sono stati successivamente disattesi. Tale accordo prevedeva, inoltre e fra l'altro, una rivisitazione dei rapporti tra l'associazione e le affiliate che solo una modifica statutaria poteva legittimare, modifica che, per quanto ovvio, solo il Congresso poteva sancire. Si demandava, pertanto, al XIV Congresso tale trattazione mentre sin da subito il Presidente si impegnava, così come si è impegnato, a proporre tale rivisitazione al prossimo congresso, rinviando, quindi, di soli pochi mesi la soluzione del problema, tempo che evidentemente non è stato da quelli improvvisamente ritenuto attendibile.


E' stato, infatti, dato corso al progetto, già da tempo studiato, di dare vita materialmente alla citata ANDOS e detti circoli, come facilmente desumibile dai rispettivi siti e info sugli stessi, evidenziano la loro affiliazione non già a Arcigay/ARCI bensì a ENTES che di ben altro si occupa in via caratteristica, lasciando solo marginalmente la trattazione dei nostri valori e principi.


Eppure, i suddetti, pur coinvolti in altra rete in via prioritaria, hanno condizionato l'esito dell’Assemblea delle Affiliate, avvalendosi del diritto di voto data loro dalla precedente affiliazione a arcigay pur non provvedendo più alla emissione/rinnovo di tessere arcigay (peraltro non versate le quote pregresse di quelle emesse/rinnovate), anzi in diversi casi addirittura ritirate e sostituite con quelle ANDOS come più volte denunciato da diversi soci. Calpestando qualunque minimale diritto di rappresentanza della minoranza rimasta correttamente dentro Arcigay,  finiranno paradossalmente per essere decisivi in  congresso  (ben il 10% del totale, pur non essendo più essi stessi parte integrante dell’articolazione interna di Arcigay).


Segnaliamo quindi alla Federazione ARCI e all’opinione pubblica che il Congresso nazionale di Ferrara sarà fortemente condizionato e falsato:


• dalla presenza di delegati che operano all’interno di una rete in dichiarata concorrenza rispetto ad Arcigay;


• dall’indignazione di parecchi delegati che non si accrediteranno e dall’assenza di numerosissimi delegati che, come già detto, non potranno partecipare a causa di quella stessa crisi economica provocata volutamente e strumentalmente da chi ha aderito ad una rete alternativa.


Il XIV Congresso nazionale di Ferrara è stato pertanto svilito politicamente dalle modalità, dai metodi e dalle circostanze con cui si sono svolti alcuni congressi provinciali e l’assemblea delle associazioni affiliate. Sono stati alterati i principi di controllo democratico, di tutela del dibattito e della minoranza, di partecipazione democratica e, dunque, di rappresentanza, allungando ombre e sospetti sulla composizione stessa dell’assise congressuale che a Ferrara dovrà decidere, in una fase delicatissima, il futuro di Arcigay.


Per queste ragioni chiediamo con forza alla Federazione ARCI una riunione della sua direzione nazionale, da svolgersi quanto prima, affinché valuti molto seriamente il “caso Arcigay” e tutte le violazioni di quei principi di democraticità, di rappresentanza e di partecipazione dei soci e delle socie, che esigono, sulla scorta della presenza di Arcigay all’interno della Federazione, scelte di rispetto e di coerenza.

 

 

I Comitati provinciali Arcigay di Agrigento, Arezzo, Bergamo, Campobasso, Catania, Catanzaro, Foggia, Grosseto, Livorno, Messina, Palermo, Pavia, Perugia, Pescara, Pisa, Pistoia, Ragusa, Ravenna, Reggio Calabria, Trieste,
 

 

Lettera aperta del Presidente Nazionale di Arcigay ai dirigenti del Partito Democratico sulla ingerenza nel Congresso Nazionale dell'Arcigay del loro partito.


 

Caro Bersani e caro Renzi

 


Mi rivolgo a voi , in quanto esponenti maggiori del dibattito interno al più grande partito della sinistra nel nostro Paese,  per provare a condividere un ragionamento.  Da alcuni giorni subiamo, forse nemmeno più con rabbia, ma con triste rassegnazione,  i clamori dell’ ennesimo scandalo di malcostume e corruzione della politica italiana .

Da quarant’ anni il movimento gay, lesbico e transessuale rivendica  vanamente diritti nel nostro Paese .

 

Esiste tuttavia una sorta di matrice della buona o della cattiva politica che, a mio avviso, deve rappresentare un tema fondamentale anche per  un migliore  PD ed una sinistra dai nuovi orizzonti, e riguarda  il modo in cui la prassi politica di un partito si realizza nell’interlocuzione con gli altri soggetti politici e, in questo caso,  soprattutto con quel mondo delle associazioni che rappresenta il nerbo vitale della relazione con la gente e la realtà del nostro Paese.

Quello stesso malcostume,  che la cronaca ci svela,  è frutto di una degenerazione precisa : la tracotanza irriguardosa della vita delle persone , del senso dello Stato e della cosa pubblica . Ne esistono segnali inquietanti  ed uno dei tanti  è l’ingerenza nella vita delle associazioni ed il tentativo  di trasformare il dialogo e la collaborazione in asservimento e controllo dei temi. Quando la prepotenza di un partito verso un’associazione, o il collateralismo della stessa verso un partito, confondono le due prassi politiche, necessariamente diverse, il danno gravissimo è alla democrazia ed al dibattito democratico.
Faccio una denuncia pubblica .  Anche Arcigay vive in questo momento un confronto interno complesso,  con fasi e passaggi anche profondamente conflittuali:  andiamo a novembre a congresso nazionale. Che ci fa il PD dentro le nostre vicende? Com’è potuto accadere  che ieri  a Bari , ad un congresso provinciale annunciato come teso e sofferto si siano presentati un consigliere comunale del PD, il responsabile regionale diritti civili del PD, il segretario provinciale dei giovani democratici ed altri esponenti del partito, e degli stessi giovani, a esercitare un voto a sostegno di una parte e contro un’altra , diventando essi stessi “fazione”  in un congresso finito a spintoni e vetri rotti , con decine di persone inasprite  e con il vostro responsabile regionale diritti civili  ad impedire al presidente nazionale di Arcigay di prendere la parola? Ma il ruolo di un partito , e soprattutto attraverso chi vi riveste ruoli delicati , non dovrebbe essere quello di osservare e semmai mediare? Siete entrati nel conflitto interno ad un’associazione per parteggiare con alcuni e contro altri, e spostare, falsandolo, il risultato di un congresso: ieri questo è quello che ha fatto il PD a Bari attraverso il voto dei suoi rappresentanti. E’ accettabile che sia  questa l’etica politica che ispira un partito? E non è forse vero che quei rappresentanti del PD, responsabili di simili ingerenze, cancellano la credibilità di qualunque battaglia contro qualunque conflitto d’interesse , poiché ne hanno incarnato un chiaro esempio con disprezzo e sfrontatezza,  e  determinano un grave danno alla vita di un‘ associazione e all’immagine del partito? Non è su queste basi  che si costruisce una relazione seria con la società civile, tanto corteggiata in tempi di elezioni . Purtroppo quello di Bari non è un caso isolato .

 

E’ ora di finirla con l’ipocrisia acquiescente:  un partito che interferisca pesantemente nella vita di un‘ associazione come Arcigay, o che lasci che alcuni suoi componenti lo facciano, per usare l’associazione come trampolino per le loro candidature o carriere personali, è un partito  immaturo e senza futuro. Io personalmente combatterò la mia battaglia per impedire questo malcostume.

Oggi però chiedo a voi , una volta per tutte, un segnale molto forte sulla vicenda di Bari, ma, di più, il segnale di una volontà: quella di recuperare un senso del limite; la consapevolezza di ciò che è giusto o opportuno; il  pudore e il rispetto per i differenti percorsi civili e politici, e saperlo imporre come metro del vostro partito.

 

Non mi convince per nulla il distinguo sulla responsabilità personale di chi commette certi “errori”: esiste anche la grave responsabilità di chi li tollera e li lascia ripetere. 

Paolo Patanè – Presidente Nazionale Arcigay

 

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