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LEGGE REALE referendum

LEGGE REALE referendum

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Nel 1978 la legge Reale fu sottoposta a referendum, anche sotto la pressione dei parenti di chi era rimasto ucciso dalle forze dell’ordine per effetto di quella normativa, che ampliava il numero di casi in cui era legittimo l’uso delle armi di ordinanza. Il referendum abrogativo, che si tenne a poco più di un mese dal ritrovamento del cadavere di Aldo Moro in via Caetani, non passò, la legge rimase in vigore. Alla consultazione popolare diede indicazione di votare contro l’abrogazione anche il Pci, che tre anni prima in Parlamento aveva votato contro la norma.
Con la garanzia de facto della impunità, la Dc spera di riprendere il proprio controllo sul corpo di Ps, anch’esso interessato al suo interno dalle tensioni sociali degli anni ’70.
Praticamente, la legge aveva anche l’obiettivo di contenere la sindacalizzazione delle forze di polizia. Una tesi che si basa anche su una dichiarazione dello stesso ministro della Giustizia Oronzo Reale, da cui prende il nome la legge, in un’intervista al Corriere della Sera. E cioè che uno degli obiettivi della sua proposta era quello di “migliorare lo stato d’animo delle forze di polizia e combattere i fenomeni di rassegnazione o di disinteresse che nascono da un lavoro svolto in condizioni estremamente difficili“.

Manifesto stampato nella tipografia "15 Giugno" – via dei Mercati Generali 30, dove veniva stampato – tra l'altro – il quotidiano Lotta Continua, Il Male etc.; poi il quotidiano Reporter.

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