TRIESTE CITTA’ DELL’ASSURDO
Dove ogni banalità su Tito scatena il caos della politica
Di Jacopo Venier – Direttore di Libera.Tv
Era già successo due anni fa quando l’allora Presidente del Consiglio Comunale Iztok Furlanic di Rifondazione Comunista ha avuto l’ardire di affermare la più scontata delle banalità storiche e cioè che furono le truppe partigiane guidate dal Maresciallo Tito a liberare Trieste il 1 maggio 1945.
Successe un putiferio. Il Sindaco di allora, il PD Roberto Cosolini, si scandalizzò a tal punto da chiedere le dimissioni di Furlanic.
Oggi succede di nuovo. L’attuale assessore alla Cultura della nuova giunta di centrodestra guidata da Roberto Di Piazza, Giorgio Rossi, che tra l’altro è un esule istriano, afferma un’altra assoluta banalità storica e cioè che Tito è stato uno statista in grado di tenere uniti i popoli della allora Jugoslavia. Apriti cielo! L’assessore viene attaccato brutalmente dai suoi stessi alleati di giunta. (vedi articolo del quotidiano locale Il Piccolo)
Vedremo se anche questa “crisi” si risolverà con qualche funambolismo dialettico come successe nel caso di Furlanic. Certo è che la situazione, come si dice, è grave ma non è seria.
E’ possibile che dopo tanti anni dalla morte di Tito e dalla fine della Jugoslavia ci sia a Trieste ancora qualcuno che vuole speculare miseramente sulla Storia pur di raccattare qualche voto ?
Due anni fa io stesso sono stato tra i promotori di una raccolta di firme, che aveva lo scopo non tanto per difendere Furlanic, quanto di difendere la verità storica sui fatti che portarono alla Liberazione di Trieste. Per par condicio sono persino disponibile oggi a farne una nuova per difendere Rossi, da cui sono infinitamente distante politicamente. E’ infatti molto importante che non passino sotto silenzio queste campagne intimidatorie che colpiscono chiunque tenti di ricordare ai triestini come sono andati i fatti del ‘900.
Tito è stato un gigante del secolo scorso. Ha guidato una vera e propria epopea partigiana in cui i popoli della Jugoslavia, al prezzo di centinaia di migliaia di moriti, hanno sconfitto armi in pungo i nazifascisti ( e non solo quindi i nazisti tedeschi ma anche i collaborazionisti serbi, croati e sloveni ed i fascisti italiani). Tito così si è guadagnato il rispetto del mondo ed ha affrontato epiche battaglie politiche e geopolitiche anche contro Stalin. Tito, da statista, ha reso la Jugoslavia protagonista della politica mondiale ed ha consentito ai balcani del sud di vivere decenni di pace e sviluppo in fraternità.
Queste sono banalità storiche non un giudizio su tutta l’opera politica di Tito. Ogni osservatore obiettivo deve partire dal fatto che la storia di Tito presenta tante luci ma anche tante ombre. E non dispiacca a qualcuno se ricordo che per le ombre tra i primi a pagare il prezzo sono stati i comunisti stessi. Non solo la repressione interna che ha coplito dirigenti autorevoli ma mai si dovrà dimenticare la terribile storia gli operai dei cantieri di Monfalcone andati in Jugoslavia per costruire il socialismo e finiti a Goli Otok per non aver rinnegato Stalin.
A proposto di semplificazioni in corso è forse utile ricordare che nella la storia dei comunisti triestini Tito non è mai stato il principale punto di riferimento almeno dal momento in cui Vittorio Vidali prese la testa dalla allora federazione autonoma del PCI. Anzi. Per tantissimi anni con i “titini” ci furono aspri scontri, anche fisici, e le ferite di quelle divisioni hanno lacerato per decenni anche il fronte progressista.
Detto questo è incredibile che a Trieste non si possa parlare di Storia con il distacco e la scientificità di una materia che in fondo si basa sui fatti realmente avvenuti e non sulle opinioni o le opportunità politiche attuali.
La storia ovviamente la scrivono i vincitori e la parte di Tito non ha certo vinto in questi anni di restaurazione. Ma personalmente credo che i veri sconfitti sono coloro che non vogliono ancora guardare la realtà e che vivono con l’ossessione per un leader che nel passato li ha sonoramente battuti per il bene di tutti noi. Post e neo fascisti, post e neo revisionisti compresi.
(1142)
Su un social network l’ex Sindaco di Trieste Roberto Cosolini mi ha voluto ricordare come egli “non ha mai chiesto le dimissioni di Furlanic”. Riconosco l’errore. In effetti le dimissioni le aveva chieste “solo” il senatore del PD Francesco Russo mentre Roberto Cosolini aveva chiesto l’abiura a Furlanic e minacciato lo stesso e Rifondazione di espulsione dalla maggioranza ” Sta a lui però chiarirsi se intende far parte ancora di questa maggioranza “. La sostanza però non cambia di una virgola. Per approfondimenti su fatti del 2014 : http://libera.tv/2014/10/17/storia-la-jugoslavia-di-tito-ha-liberato-trieste/
Caro Venier,
pisciare controvento o cercare di far ragionare certe teste… fa lo stesso effetto.