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EX LAVANDERIA: perché questo orrore non si ripeta

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SABATO 28 FEBBRAIO  ASSEMBLEA PUBBLICA NEI LOCALI DELL'EX LAVANDERIA

Video tratto dal documentario "Per grazia ricevuta", intervista di Anna Maria Bruni

Il video mostra testimonianze e memorie dall'ex manicomio di Roma "Santa Maria della Pietà". Ex degenti e un infermiere a confronto sulla vita in manicomio e sulla terapia dell'elettroshock. Solo l'uso pubblico e sociale con la partecipazione attiva dei cittadini può impedire che questo orrore torni ad essere realtà. Per questo l'Associazione Ex Lavanderia ha lanciato la campagna "Si può fare", che ha portato in Comune e in Regione una delibera e una legge d'iniziativa popolare. Ora si tratta di rilanciare la campagna, perché le proposte dei cittadini vengano discusse.


Ne parliamo con Massimiliano Taggi, presidente dell'Associazione.

Massimiliano, a che punto siamo?
Al punto di sempre. Le istituzioni violano le regole. Sia per la Regione che per il Comune i termini di discussione sono scaduti da mesi e noi non riusciamo neanche a capire bene in quali uffici stiano transitando le proposte.  Alla Regione, ed è surreale, sembra che stiano ancora contando le firme. Questo la dice lunga sul valore assegnato agli istituti della partecipazione; gli Statuti prevedono tempi e modi ma chi dovrebbe, non dota gli uffici di strumenti adeguati a rispettarli. Se noi avessimo consegnato le firme 1 ora dopo il termine previsto ce le avrebbero rigettate.

Vogliamo ricordare per punti la destinazione d’uso che proponete nella legge regionale?
Innanzitutto definire un uso sanitario ponendo dei limiti. Tutti dichiarano che non si vuole trasformare l’Ex Manicomio di Roma in un nuovo ospedale; noi indichiamo in 15 padiglioni su 35 un limite che ci sembra ragionevole.
I 5 padiglioni che furono ristrutturati nel 2000 per realizzare l’ostello della gioventù e smantellati illegittimamente, nella nostra proposta tornano alla loro funzione dovuta restituendo un ostello con 400 posti alla città europea capitale del turismo e fanalino di coda per l’accoglienza del turismo low cost.
5 padiglioni vengono destinati ad attività amministrative. Noi immaginiamo di poter fermare lo spostamento della sede municipale altrove ma, in ogni caso, pensiamo a servizi per i cittadini.
10 padiglioni sono destinati a costituire un polo culturale pubblico attraverso un percorso partecipato. Tra essi la Ex Lavanderia, la mensa, il padiglione 41 che attualmente ospita una cooperativa integrata la cui attività va salvaguardata.


Uno dei punti riguarda l’attenzione all’uso sanitario non psichiatrico. Temete il ritorno di pratiche drammatiche fino alla riapertura dei manicomi?
La differenza tra noi e le istituzioni, fino ad oggi, è stata proprio questa; per noi l’utilizzo del S. Maria della Pietà non può essere scisso dalla sua storia e dai suoi significati.
Immettere strutture psichiatriche al S. Maria non significa solo violare i principi della Legge 180 ma invertire il paradigma culturale che ha portato alla rivoluzione basagliana.
D’altra parte non siamo noi a dirlo; l’esclusione di strutture psichiatriche e legate alla malattia cronica e alla disabilità è prevista dal Protocollo di Intesa del 2007 firmato da tutte le istituzioni locali e dalla stessa ASL RME. Poi però si sono trasferite 3 RSA (Residenza Sanitaria Assistita, ndr) di carattere psichiatrico al S. Maria. Ora noi pensiamo che non sia all’ordine del giorno la cancellazione della Legge 180, ma va sempre prestata la massima attenzione. Pensiamo però che le logiche manicomiali si affaccino pericolosamente in forma camuffata, nelle modalità di gestione dei servizi psichiatrici privati e dalla “leggerezza” con cui si tratta la questione salute mentale. A fronte di questo, fare del S. Maria un concentrato di psichiatria, disagio e malattia cronica è un segnale inquietante. Certo, siamo un po’ delusi dall’insensibilità del Sindaco Marino che pure ebbe un ruolo di primo piano nell’approvazione della legge per l’abolizione degli OPG. Ma evidentemente i ruoli cambiano le persone.

E’ notizia di questi giorni lo spostamento degli uffici del Municipio XIV dal S. Maria al Forte Trionfale. Non credi sia un bene, così il Municipio può risparmiare sull’affitto che finora ha pagato alla ASL RME?
La storia degli affitti è come quella di “Totò truffa” e della vendita della fontana di Trevi.
Una Legge regionale chiarisce senza ombra di dubbio che la ASL non ha alcun titolo a percepire redditi dai padiglioni del S. Maria della Pietà. L’unica titolare della proprietà di quei padiglioni è la Regione.
Tra Regione e Comune sarebbero possibili affitti calmierati, permute e soprattutto lo scorporo di una parte del debito ICI ed IMU che la Regione deve al Comune. L’intera sede municipale potrebbe essere collocata al S. Maria domani e senza spese.
Ora perché mai il Comune di Roma e il Municipio abbiano deciso di regalare alla ASL RME 800.000 euro l’anno, lo sa solo Dio. Che poi questo diventi il pretesto per portare via la sede Municipale dal S. Maria della Pietà è ancora più assurdo.
Si toglierebbe da un luogo centrale l’unico presidio pubblico non sanitario presente, servito dalla ferrovia metropolitana e su cui tutti fino a poco tempo fa erano d’accordo.
Certo, Forte Trionfale è più comodo per una parte di popolazione che vive nei quartieri più residenziali e ricchi ma è molto più scomodo per gli abitanti delle periferie più disagiate. Anche questo la dice lunga.

Dunque la ASL a che titolo ha percepito questi affitti?
A titolo di regalo senza motivo.

Una illegittimità che in molti casi porta all’illegalità, come si è visto dagli arresti nell’ambito di Mafia Capitale che hanno coinvolto l’amministrazione del XIV Municipio.
Noi non diciamo che c’è un collegamento diretto, ma una cosa è certa: laddove le regole vengono violate per tenersi le mani libere, laddove si favorisce l’ambiguità e la non trasparenza su proprietà, competenze, gestione dei beni comuni, sia le infiltrazioni criminali o, come nel caso del Municipio XIV, una rete di proporzioni inedite di meccanismi clientelari e corruzione, hanno gioco facile.

Una gestione opaca, sottratta alla conoscenza e alla possibilità di intervento – e di veto – da parte dei cittadini. La delibera comunale e la legge regionale sono strumenti che permettono una seria inversione di tendenza. Già nell’ambito dell’assemblea in Protomoteca organizzata da DeLiberiamo Roma la consigliera Pd Erica Battaglia ha mostrato un’apertura a discutere la delibera. C’è stato un seguito?
Siamo in contatto e ringraziamo la consigliera Battaglia, ad oggi l’unica ad essersi espressa perché la Delibera comunale venga discussa. Certo è veramente incredibile che debba diventare tema di intervento politico ciò che dovrebbe essere un dovuto formale. Le delibere si presentano, se ne verifica la legittimità, passano in commissione aprendo il confronto con i promotori, e poi vanno al voto; entro 6 mesi dalla loro consegna. Di questo non si dovrebbe discutere, dovrebbe accadere e basta in una città dove molti si riempiono la bocca di parole quali “legalità” e  “regole”. Noi vorremmo parlare con i consiglieri del contenuto per convincerli ad approvare le proposte, e invece siamo costretti a discutere di come fare a rispettare le norme.

Avete deciso una nuova assemblea cittadini quindi per rilanciare la campagna?
Stiamo progettando una manifestazione cittadina a Monte Mario insieme alla Rete sociale DeLiberiamo Roma, nel frattempo stiamo predisponendo una serie di denunce e ricorsi sulle questioni più eclatanti come lo spostamento del Municipio. Soprattutto stiamo tenendo informati i cittadini su chi e come calpesta i loro diritti. Prosegue l’attività culturale pubblica dell’Ex Lavanderia e il 6 e 7 marzo parteciperemo alle iniziative di “Spiazziamoli” contro le mafie, in collaborazione con Libera. Stiamo svolgendo un’inchiesta sui beni confiscati alla mafia nel nostro Municipio e ne stiamo scoprendo delle belle, tanto per ampliare il discorso sull’uso del Patrimonio Comune.

Di tutto questo ragioneremo sabato prossimo, 28 marzo nell'assemblea cittadina del Comitato che ha raccolto 18.000 firme tra proposta di Delibera e di Legge Regionale.

L’appuntamento, a cui invitiamo tutti a partecipare, è alle 16,30 nei locali dell’Ex Lavanderia, Padiglione 31 del S. Maria della Pietà.

 


 

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