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FLASH MOB USB P.I.: GRASSO CHE COLA AL MINISTERO DELLA MADIA

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Da oggi parte la guerriglia per il rinnovo dei contratti


Flash mob della USB Pubblico Impiego al ministero guidato da Marianna Madia. Un centinaio fra delegati e lavoratori pubblici ha occupato la sede stradale bloccando il traffico e srotolando uno striscione con su scritto “IL CONTRATTO È UN DIRITTO”, e davanti al portone del ministero sono stati scaricati trenta chili di grasso animale, sui quali è stato fissato un cartello con la busta paga di € 1.200,00 di un lavoratore dei ministeri e la scritta “E’ questo il grasso che cola?”

Di fronte alla provocazione del governo che ha affermato che nel pubblico impiego c’è ancora grasso che cola, L’USB denuncia una perdita salariale complessiva in cinque anni di blocco dei contratti di almeno 20 miliardi, mentre ogni lavoratore ha perso mediamente circa 6.250 euro. Stipendi sempre più poveri e difficoltà economiche sono oggi una realtà che accomuna lavoro privato e pubblico.

Il governo Renzi investe in armamenti e finanzia costose missioni di guerra all’estero, mentre all’interno dei confini nazionali si continuano a tagliare servizi pubblici e posti di lavoro, prorogando addirittura fino al 2020 il blocco dei contratti dei lavoratori pubblici – com’è scritto nel Documento di economia e finanza di aprile – blocco prontamente denunciato dalla sola USB e fino a pochi giorni fa negato dai ministri Padoan e Madia.

A Renzi, che apre al dialogo con le “forze dell’ordine” l’USB ricorda che ci sono anche le “forze del sociale”, rappresentate dai milioni di lavoratori pubblici che ogni giorno assicurano i servizi ai cittadini. Si continua a considerare la pubblica amministrazione esclusivamente un costo per il Paese, mentre potrebbe rappresentare un volano per l’economia se lo Stato promuovesse quelle opere sociali di cui c’è assoluto bisogno, a cominciare dalla messa in sicurezza del territorio e dagli investimenti su turismo e cultura.

A partire dalla protesta di oggi l’USB P.I. rilancerà le iniziative di mobilitazione e di guerriglia in tutti i posti di lavoro del pubblico impiego.

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