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SCUOLA -ORA BASTA : precari in Piazza contro Renzi

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SCUOLA : ORA BASTA

Riprese , interviste ed articolo di Anna Maria Bruni


Il mondo della scuola ha avuto un motivo in più oggi per scendere già in piazza. Il presidio che si è tenuto a Roma, indetto dai cosiddetti “Quota 96” e dagli insegnanti precari, si è trovato di fronte al dietrofront del Governo Renzi sulla riforma della scuola e sulle pensioni degli insegnanti: le tanto attese linee guida sulla riforma della scuola sono state stornate dal consiglio dei ministri di oggi 29 agosto, che ha discusso soltanto il decreto Sblocca Italia predisposto dal ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi e della riforma della Giustizia del guardasigilli Andrea Orlando. Solo annunci dunque al momento per la riforma della scuola e per l’ “assunzione di 100mila precari”  mentre non è all’ordine del giorno nessun decreto “salva Quota 96”, come invece promesso sia dal premier che dal ministro della Pubblica amministrazione e semplificazione Marianna Madia.

Come ricordano le  docenti precarie intervistate, si tratta del pensionamento degli insegnanti che consentirebbe al Miur l’assunzione di 4.000 nuovi giovani docenti. Un numero realistico la cui assunzione sarebbe realizzabile subito, mentre si preferisce sbandierare ben altri numeri.

A dispetto degli annunci dunque il mondo del lavoro continua a subire attacchi, perpetrati peraltro ignorando in questo caso  – ma non è l’unico – errori marchiani universalmente riconosciuti della riforma Fornero: parliamo del pensionamento del personale della scuola che non ha potuto esercitare il diritto alla quiescenza il primo settembre 2012 proprio perché rimasto impigliato in un errore della riforma, nonostante siano lavoratori che hanno raggiunto i requisiti richiesti nel corso dell’anno scolastico 2011/2012. Il Governo Renzi – chiedono a gran voce dalla piazza – deve assumersi la responsabilità di una parola definitiva su questa vicenda.

Il giudice Ferdinando Imposimato, presente oggi alla manifestazione, ha denunciato dal palco il vulnus alla democrazia provocato dalla dinamica con la quale si è depennato il decreto sulla quota 96 dalla discussione alla Camera dopo essere passato al Senato, “quando lo stesso premier Renzi – dice ai microfoni dopo il suo intervento – è il primo a dichiarare che solo il parlamento deve legiferare”, e si unisce al mondo della scuola nel chiedere “un decreto ad hoc che permetta a questi insegnanti di andare in pensione”.

Tanti gli insegnanti venuti da tutta Italia, in mezzo le bandiere di Cobas, Unicobas e Usb accanto ai tanti coordinamenti attivi e pronti a tornare in piazza per chiedere conto, insieme ai diritti del lavoro, di una riforma che tuteli davvero la scuola pubblica.

 

(1927)

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