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Il Sindacato e’ un’altra cosa!

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IL SINDACATO E' UN'ALTRA COSA!

22 novembre 2013


Il sindacato è un'altra cosa. RivendicAZIONI per una Cgil indipendente, democratica e che lotta. Documento alternativo al XVII congresso della Cgil, primo firmatario Giorgio Cremaschi.

Sintesi
Sintesi documento congressuale XVII congresso Cgil – “Il sindacato è un'altra cosa”
IL SINDACATO È UN'ALTRA COSA
RivendicAZIONI per una Cgil indipendente, democratica, che lotta

 

Quattro anni fa il congresso della Cgil si concludeva con l'affermazione delle posizioni della maggioranza che oggi guida l'organizzazione. Da allora si sono susseguiti arretramenti e sconfitte, non uno degli obiettivi del congresso è stato realizzato e la Cgil è sempre più coinvolta nella rabbia e nel rifiuto che accompagnano i palazzi della politica.
Oggi la Cgil non incide più su nessuna delle decisioni di governi e padroni che ci riguardano, ma noi abbiamo più che mai bisogno di un sindacato vero, che ci dia forza e coraggio, che combatta la rassegnazione.
Protestano commercianti, artigiani, i tanti rovinati dalla crisi, ma il mondo del lavoro è muto per colpa della passività dei gruppi dirigenti sindacali, quasi fossimo dei privilegiati che non hanno nulla da rivendicare.
Invece i governi continuano con le politiche di austerità, che distruggono tutto e servono soltanto alle
multinazionali, alla finanza e alle banche, mentre noi ogni giorno che passa siamo più poveri.
La precarietà è la condizione comune di tutto il mondo del lavoro. Chi più chi meno, tutti sono diventati precari e la maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati stanno tornando indietro di decenni.
Le donne pagano il prezzo più alto, sulla fatica e sulla salute, sui ritmi e sui tempi di lavoro, sul salario e sulle pensioni, nella loro stessa vita.
I ricchi diventano sempre più ricchi, la casta politica, i grandi manager e burocrati conservano tutto il loro potere, ingiustizie e corruzione e prepotenza dilagano. In questa situazione la Cgil non ha fatto tutto quello che poteva e doveva fare.
Uno sciopero di sole 3 ore è stato proclamato contro la legge Fornero sulle pensioni
.
Si è consentito di far approvare al parlamento la cancellazione di fatto dell'art.18 e il peggioramento degli ammortizzatori sociali.
Con l'arrivo dei governi sostenuti dal PD, il gruppo dirigente della Cgil ha deciso di non disturbare più
i palazzi della politica e di unirsi a Cisl e Uil nella pratica degli accordi a tutti i costi.
Dopo l'accordo del 28 giugno 2 011, che accettava le deroghe ai contratti nazionali mentre il governo, con l'articolo 8 del decreto Sacconi, permetteva di non rispettare le leggi nei gli accordi aziendali, si è firmato un nuovo accordo il 31 maggio 2013. Con questa firma la Cgil ha accettato di estendere dappertutto la "esigibilità" contenuta negli accordi Fiat. Cioè il principio condannato dalla Corte Costituzionale per cui hanno diritto di esistere solo i sindacati che firmano gli accordi e che si impegnano a non scioperare più. Nel frattempo sono stati firmati decine di contratti nazionali e molti accordi aziendali che hanno solo peggiorato le condizioni e i diritti dei lavoratori. Gli accordi peggiorativi non sono stati solo accordi separati ma nella maggioranza accordi firmati anche dalla Cgil.
Tutti i lavoratori pubblici hanno i contratti bloccati da anni e per i prossimi anni, senza nessuna vera
iniziativa di Cgil Cisl Uil. La maggioranza dei pensionati è ridotta alla povertà e tutti hanno perso potere d'acquisto, ma i sindacati dei pensionati, che pure hanno milioni di iscritti, hanno fatto ben poco.
Tutto questo era inevitabile? No. Diverse volte in questi anni si sono presentati momenti nei quali si poteva provare a cambiare le cose e non si è voluto farlo.
Con un bilancio così negativo il congresso della Cgil dovrebbe servire a cambiare tutto. Invece tutti i gruppi dirigenti, compreso quello della Fiom, si sono messi d'accordo per fare un congresso che approvi quello che si è fatto e continui così. Noi non siamo d'accordo e per questo presentiamo il documento alternativo:
"Ilsindacato è un'altra cosa", perché la Cgil che serve al mondo del lavoro è un altra cosa rispetto a quella dioggi.
Prima di tutto ci vuole una Cgil che faccia rivendicazioni chiare, che rispondano ai bisogni delle persone in carne e ossa, bisogna ricominciare a chiedere, invece che sperare nel meno peggio. Ottenere dei risultati è difficile, ma se non si rivendica mai niente è sicuramente impossibile!
È dannoso inseguire l'unità con i vertici di Cisl e Uil , perché da anni i gruppi dirigenti di queste organizzazioni firmano qualsiasi accordo con le controparti private o pubbliche e accettano qualsiasi
prepotenza, come in Fiat. Basta con gli accordi di vertice con i gruppi dirigenti di Cisl e Uil che paralizzano l'iniziativa, bisogna ricordare che l'ultimo successo la Cgil l'ha ottenuto da sola, portando 3 milioni di persone in piazza a Roma per difendere quell'art. 18 che invece non è stato difeso quando si era insieme a Cisl e Uil.
Bisogna ricostruire la contrattazione partendo dai bisogni dei lavoratori rifiutando i vincoli della concertazione e le leggi anti sciopero come la 146. La Cgil deve prendere esempio dalle lotte dei tranvieri di Genova ed estendere e sostenere quelle forme di lotta ovunque sia possibile. La Cgil deve stare assieme a tutte le popolazioni che lottano, dalla valle Susa alla terra dei fuochi in Campania, alla lotta contro il MUOS in Sicilia.
Bisogna aumentare salari e pensioni e legarli al costo della vita per non diventare sempre più poveri.
Bisogna eliminare gli scandalosi guadagni dei grandi manager. Bisogna recuperare ricchezza da quella minoranza che possiede la grande maggioranza dei patrimoni, dalle banche e dalla finanza, dalle multinazionali, dall'evasione fiscale. I soldi ci sono, ma sono in mani sbagliate e sono usati in modo sbagliato. I lavoratori e i pensionati sono i soli che pagano tutte le tasse fino all'ultimo centesimo, quindi la giustizia fiscale deve cominciare da noi.
Ci vuole un salario minimo orario per legge sotto il quale nessuno possa andare, perché oggi ci sono lavoratori con paghe di pochi euro all'ora. Ci vuole un reddito dignitoso per tutte e tutti coloro che non trovano lavoro o lo abbiano perso.
Bisogna portare la pensione di vecchiaia a 60 anni – le donne devono poter andare prima – e ripristinare quella di anzianità a 40 anni di contributi con il metodo retributivo quindi senza penalizzazioni, mentre l'orario di lavoro settimanale va ridotto a parità di salario.
Bisogna lavorare meno per lavorare tutti.
Bisogna cancellare tutta la legislazione che ha consentito il dilagare della precarietà , ripristinare e
estendere l'art.18 contro i licenziamenti ingiusti.
Ci vuole un piano per il lavoro e lo stato sociale che sia fondato su grandi investimenti pubblici, per la
scuola, la sanità, la casa, il trasporto locale, il risanamento del territorio e dell'ambiente, il patrimonio
culturale, per il Mezzogiorno. Ci vogliono tantissime piccole opere che creino tanti posti di lavoro mentre bisogna dire basta allo spreco delle grandi opere come la Tav in val di Susa  a quello delle spese militari come gli F35.
Le grandi aziende strategiche, come Fiat, Ilva, Telecom, Alitalia, i grandi ospedali privati come il San Raffaele, che rischiano tagli o chiusura, devono essere espropriati senza indennizzo e gestiti dal pot
ere pubblico, con partecipazione e controllo dei lavoratori e delle popolazioni. Bisogna combattere le delocalizzazioni e farle pagare alle grandi aziende e alle multinazionali.
Bisogna rompere con l'Europa delle banche, della finanza, dei tecnocrati e delle multinazionali, bisogna stracciare subito il fiscal compact e tutti i trattati europei che ci impongono l'austerità.
Bisogna non pagare più il debito pubblico alle banche e alla finanza e perciò bisogna nazionalizzare tutte le grandi banche, prima di tutto la Banca d'Italia.
La gigantesca corruzione politica e la criminalità mafiosa sono una parte fondamentale della crisi del paese e producono costi e ingiustizie insopportabili.
La Cgil deve sostenere e fare proprie la lotta alla criminalità e alla corruzione e ai privilegi delle caste.
Abbiamo bisogno di un sindacato che rompa con i palazzi del potere, un sindacato profondamente democratico, un sindacato indipendente dai padroni, dai governi e dai partiti. Dobbiamo mettere in
discussione burocrazie e caste sindacali e valorizzare le delegate e i delegati protagonisti di lotte e
vertenze.
La Cgil è stata questo sindacato, ora non lo è più, deve tornare a esserlo.
Ci vogliono una legge sulla democrazia sindacale e una Cgil profondamente democratica , fondata solo sulle tessere degli iscritti e non su enti bilaterali e fondi pensionistici e sanitari.
Il voto al nostro documento alternativo serve a tutte e tutti coloro che vorrebbero un sindacato ben diverso a quello che c'è oggi e per questo intendono far sentire la loro voce. Usiamo questo congresso per cambiare, per dire basta alla passività e alla rassegnazione, perché ricominciamo a contare se diventa chiaro che: "il sindacato è un'altra cosa"!
Chi vuole approfondire legga tutto il nostro documento e le sue chiare proposte, magari confrontandole con quelle del documento di maggioranza.
Le rivendicAZIONI per una Cgil indipendente, democratica, che lotta
1) CONTRO L'EUROPA DELL'AUSTERITÀ E DEL FISCAL COMPACT
La prima condizione per fermare la distruzione del lavoro, dei redditi, dello stato sociale e della democrazia è respingere gli ordini della Troika e i vincoli dei patti europei.
Bisogna rifiutare subito il fiscal compact e tutti gli accordi che impongono l'austerità. Questi patti non vanno rispettati e vanno disdettati. Bisogna rifiutare il pareggio di bilancio costituzionale che impone la distruzione dello stato sociale per pagare le banche. Le banche a partire dalla Banca d'Italia devono essere nazionalizzate senza indennizzo. Una politica economica a favore del lavoro e dei diritti sociali richiede la rottura dei vincoli europei.
Questo è interesse di tutto il mondo del lavoro e di tutti i popoli europei, che devono liberarsi dalla dittatura di finanza e banchieri. La Cgil deve chiedere lo sciopero generale di tutta Europa.
2) LOTTA ALLA DISOCCUPAZIONE, ALLA PRECARIETÀ, AL DECLINO DEL SUD
Disoccupazione di massa e precarietà servono ai padroni, perché nell'attuale crisi ricattano con la paura le persone e le costringono ad accettare condizioni di sfruttamento vergognose.
Ci vogliono misure di emergenza e interventi di più lunga portata che abbiano come risultato immediato l'aumento dell'occupazione. Ci vuole un piano del lavoro fondato sull'intervento pubblico e sulla lotta allo sfruttamento e alla precarietà. Bisogna abbassare l'età della pensione abolendo la legge Fornero e ci vuole la riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario. Lavorare meno, lavorare tutte e tutti. Vanno abolite le leggi sulla precarietà, dal pacchetto Treu in poi. Va ripristinato e esteso l'art.18. Nell'i mmediato: blocco totale dei licenziamenti e delle delocalizzazioni e reddito garantito per tutti i disoccupati.
3) PENSIONE PUBBLICA E GIUSTA PER TUTTE E TUTTI
Negli ultimi 20 anni ogni governo, sia di centrodestra che di centrosinistra che di larghe intese ha fatto cassa con le pensioni delle lavoratrici e dei lavoratori alzando sempre più l'età pensionabile e riducendo sempre più i rendimenti. Tutte le manomissioni del sistema pensionistico pubblico sono state o concordate o accettate di fatto da Cgil Cisl Uil.
Per questo bisogna rimettere in discussione tutta la controriforma delle pensioni separando la previdenza dall'assistenza, garantendo a tutte e a tutti il calcolo della pensione con il sistema retributivo, la pensione di vecchiaia a 60 anni e quella di anzianità a 40 anni di lavoro. Bisogna restituire alle lavoratrici e ai lavoratori il TFR e garantire a tutte e a tutti una pensione pubblica dignitosa senza dover fare ricorso ai fondi pensionistici integrativi, che si sono rivelati un vero fallimento, e che vanno tolti alla gestione delle cosiddette parti sociali e affidati a una trasparente gestione pubblica. Bisogna aumentare le pensioni basse e garantire il costo della vita a tutte le pensioni almeno fino a 3.500 euro.
4) NUOVA SCALA MOBILE SALARI E CONTRATTAZIONE
Bisogna ridade al contratto nazionale la funzione di aumento del salario reale e del miglioramento delle condizioni di lavoro. Per fare questo bisogna partire da piattaforme discusse e condivise dai lavoratori, con chiare rivendicazioni su salario, orario, diritti.
Bisogna essere indisponibili a firmare peggioramenti pur di chiudere le vertenze. Ci vogliono una nuova scala mobile per difendere i salari dall'inflazione, l'abrogazione dell'art.8 della legge Sacconi, che permette la deroga aziendale ai contratti ed alle leggi, un salario minimo orario fissato per legge che arrivi a 10 euro lordi allora. Bisogna combattere anche con nuove leggi il super sfruttamento dei subappalti, delle cooperative, delle esternalizzazioni. La Cgil deve organizzare nel territorio lavoratori, precari, pensionati, popolazioni in vertenze sociali.


5) CONTRO IL DEGRADO DELLA CONDIZIONE DI LAVORO
Bisogna dire no al lavoro domenicale e festivo se non per i servizi pubblici essenziali. Bisogna lottare contro la flessibilità selvaggia degli orari, l'aumento dei carichi di lavoro, l'attacco alla libertà e alla dignità delle lavoratrici e dei lavoratori. Bisogna cancellare la vergogna del lavoro gratuito degli stagisti, dei collaboratori volontari e così via. Tutto il mondo del lavoro deve riappropriarsi del controllo della prestazione lavorativa e la Cgil deve essere impegnata con tutte le sue forze per questo scopo.


6) NO ALLA SVENDITA DELLA SICUREZZA, DELLA SALUTE E DELL'AMBIENTE
Bisogna assumere come principio di fondo della Cgil che la salute e l'ambiente vengono prima di tutto.
Per questo va contrastata in ogni modo la ricerca smodata e criminale del profitto. Dalla Thyssen Krupp di Torino, alla strage di Viareggio, alle stragi per tumore all'ILVA di Taranto, bisogna che i padroni e le Istituzioni responsabili della distruzione delle vite e dell'ambiente paghino tutto. Si possono difendere salute e ambiente assieme al lavoro soltanto se si mettono in discussione le politiche di austerità dei governi e le complicità malavitose tra politica e affari. L'abolizione dei contratti precari è indispensabile per difendere la salute e la sicurezza dei lavoratori. Bisogna abolire i carrozzoni concertativi che fanno si che i rappresentanti dei lavori per la sicurezza vengano formati da agenzie dei padroni.
Lotta per il lavoro e lotta per la salute devono marciare assieme e per questo ci vuole un piano pubblico di riconversione produttivo ed energetico e di risanamento ambientale. Bisogna dire no alle grandi opere ai rigassificatori ai termovalorizzatori e alle trivellazioni.


7) FERMIAMO LO SMANTELLAMENTO DELLA SANITÀ, DEI SERVIZI SOCIALI E L'ATTACCO PERMANENTE AL LAVORO PUBBLICO
Vanno cancellati tutti i provvedimenti di revisione della spesa adottati in applicazione del fiscal compacte per rispettare la cosiddetta parità di bilancio. Basta con la spending review. Va rilanciata e potenziata la sanità pubblica assieme a tutti i servizi pubblici sociali. La Cgil deve contrastare ogni chiusura o riduzione, privatizzazione o esternalizzazione di servizi pubblici sociali, sanitari ed educativi. Vanno sostenute tutte le lotte che vanno in tal senso, anche sviluppando la solidarietà tra i lavoratori e gli utenti. Per questo la Cgil deve chiedere l'abolizione della legge anti sciopero 146 e sostenere la disobbedienza ad essa. Va abrogato il patto di stabilità interno. Bisogna valorizzare le autonomie locali, togliere potere alla burocrazia e dare potere e servizi ai cittadini.


8) PER LA SCUOLA PUBBLICA, LA FORMAZIONE E IL DIRITTO ALLO STUDIO
Sono anni che i governi tagliano i fondi alla scuola pubblica e al diritto allo studio, nello stesso tempo
finanziano la scuola privata. Anche l'università pubblica è in una situazione estremamente critica, dopo i tagli degli ultimi anni e le riforme strutturali che, a partire dall'introduzione del "3+2", hanno progressivamente dequalificato i titoli di studio.
La costruzione di una società giusta passa per la riconquista per tutte e tutti del diritto allo studio e alla formazione in una scuola e in una università pubblica, di qualità, di massa e democratica. Al tempo stesso, il carattere pubblico della ricerca va garantito come asse strategico di sviluppo del paese.
Ci vuole un piano di investimenti nella scuola e nella università pubblica e per il diritto allo studio, eliminando ogni finanziamento alla scuola privata, tagliando le spese militari e sopprimendo gli sprechi nella pubblica amministrazione. La scuola deve essere davvero gratuita fino al termine delle superiori. Bisogna stabilizzare il personale precario. Ci vuole un piano di ricerca pubblica che freni l'emigrazione intellettuale.
La Cgil deve sostenere e unirsi a tutti i movimenti di studenti e operatori della formazione che lottano per il rilancio del sistema pubblico.


9) BASTA COL FISCO DEI RICCHI E DEI GRANDI EVASORI
Lavoratori e pensionati pagano tutte le tasse per tutti. Ora basta. E' necessario ottenere una drastica
riduzione delle aliquote su lavoratori dipendenti e pensionati, in particolare detassando totalmente ogni reddito da lavoro o da pensione inferiore a 1500 € lordi mensili. Questa quota va indicizzata al tasso dell’inflazione reale. Sul versante opposto vanno drasticamente aumentate le aliquote per gli scaglioni oltre i 150.000 euro annui. Vanno ridotte le imposte indirette e le accise sulla benzina, che colpiscono i redditi più bassi. Gli aumenti dei salari dei contratti nazionali vanno detassati, mentre bisogna abolire la detassazione dei premi di produttività e degli straordinari, che discrimina tra i lavoratori e incentiva la flessibilità dei salari. E' necessaria una patrimoniale ordinaria progressiva per tutti i grandi patrimoni, escludendo dal conto la casa di abitazione se non è di lusso. La lotta all'evasione fiscale va fatta partendo dalle grandi aziende, dalle multinazionali, dalle società finanziarie, dalle banche che possono legalmente eludere il fisco con i movimenti di capitali ed i paradisi fiscali esteri. I ricchi devono pagare


10) NO ALLE PRIVATIZZAZIONI, ALLA SVENDITA DEI BENI COMUNI E PER IL DIRITTO ALLA CASA
La Cgil deve scendere in lotta sia a livello nazionale, sia in ogni territorio, per difendere, ampliare e
ricostruire il controllo pubblico sui beni di tutti.
Va respinta la privatizzazione dei trasporti pubblici, che oggi è intrecciata con la politica delle grandi opere e dell'Alta Velocità. Bisogna potenziare il trasporto pubblico locale ferroviario e quello cittadino. Bisogna rivalutare la condizione dei ferrovieri e degli autisti e dei lavoratori dei trasporti che sono sottoposti a stress e sfruttamento crescente con paghe sempre più basse.
Le reti dell'energia e delle informazioni devono essere in mano pubblica e va varato un piano di investimenti nazionale su energia e telecomunicazioni.
Le aziende municipalizzate devono tutte tornare a essere pubbliche, cancellando la scelta di trasformarle in società per azioni e la quotazione nella speculazione in Borsa. Questo non soltanto per l'acqua ma per le farmacie, gli asili e i servizi scolastici, l’'energia, i trasporti e il ciclo dei rifiuti.
La Cgil deve battersi per il diritto delle persone ad avere un luogo dove abitare dignitosamente e deve sostenere tutte le lotte per la casa.


11) PER I DIRITTI DEI MIGRANTI
I diritti dei migranti sono nostri diritti. Noi vogliamo che la ricchezza e il lavoro siano redistribuite a tutte e tutti. La discriminazione e il razzismo verso i migranti sono un danno e nessun lavoratore è davvero libero se alcuni sono trattati da schiavi. Per questo la piena parità di diritti in tutto il mondo del lavoro senza distinzione di etnia o sesso è una condizione essenziale per tutto il mondo del lavoro. Occorre mettere in discussione la politica europea di feroce controllo delle frontiere, la "Fortezza Europa" nata grazie all'accordo di Schengen e tutti i trattati anti immigrazione.
La Cgil deve chiedere l'abolizione delle leggi più odiose e discriminatorie che determinano la condizione di costante ricatto dei migranti dalla Bossi-Fini fino alla Turco-Napolitano.
La Cgil deve organizzare i lavoratori migranti nella lotta contro il supersfruttamento e per la piena parità di condizioni. La Cgil deve chiedere l'abolizione del reato di clandestinità, la garanzia del diritto di asilo, l'introduzione del permesso di soggiorno anche per la ricerca di lavoro, una riforma complessiva della cittadinanza, l'introduzione dello ius soli, l'estensione del diritto di voto, un impegno forte contro il lavoro nero e il caporalato.


12) PER LA PACE
E CONTRO LA GUERRA
La Cgil si deve schierare con tutti i movimenti per la pace. La Cgil deve chiedere la cancellazione delle missioni militari italiane estere e dell'acquisto degli F35, nel quadro di un vasto piano di taglio delle spese militari e di riconversione dell'apparato industriale. La Cgil si deve battere contro i rischi di guerra deve condannare tutte le violazioni fatte dai governi italiani nei confronti dell'art.11 della Costituzione e deve chiedere la messa in discussione della NATO e la soppressione delle sue basi militari.
La Cgil si deve schierare contro le politiche del fondo monetario internazionale e di tutte le istituzioni che sono responsabili dello strangolamento di tanti paesi con il debito. La Cgil deve sostenere la causa del popolo Palestinese.


13) UN SINDACATO DEMOCRATICO E DI LOTTA
La Cgil deve considerare prioritaria una legge sulla democrazia sindacale che garantisca alle lavoratrici e ai lavoratori il diritto a scegliere liberamente la propria rappresentanza e il diritto al voto segreto su piattaforme e accordi. La Cgil deve essere in ogni caso vincolata a sottoporre a referendum gli accordi e a rifiutare ogni nomina dall'alto di rappresentanti di lavoratori.

Oltre alla rappresentanza democratica garantita dalla legge, i lavoratori hanno bisogno di organizzarsi in forme flessibili e aperte, in comitati di lotta e consigli di delegati per questo la Cgil deve operare per favorire queste forme di organizzazione. Bisogna mettere in discussione le burocrazie e lo spirito di casta degli apparati. Serve una politica dei quadri che valorizzi le delegati e i delegati protagonisti di lotte e vertenze. La scelta dei funzionari sindacali non può essere unilaterale e basata sul principio di fedeltà.
Il sindacato deve vivere soltanto con i contributi volontari dei suoi iscritti e non con finanziamenti diretti o indiretti che vengano da enti bilaterali, dai fondi integrativi, dalle controparti e dallo stato.
Una parte della quota tessera deve finanziare casse di resistenza delle lavoratrici e dei lavoratori in lotta.
I dirigenti della Cgil devono impegnarsi a non passare direttamente e immediatamente dal proprio incarico a ruoli manageriali in aziende o a ruoli nelle istituzioni politiche. I direttivi della Cgil a tutti i livelli devono essere composti a maggioranza di lavoratori, pensionati, disoccupati.

 

Giorgio Cremaschi, Fabrizio Burattini, Francesco De Simone, Eva Mamini, Franca Peroni, Maurizio Scarpa

E' possibile scaricare il documento in bozza non corretta sul sito www.sindacatounaltracosa.wordpress.com

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