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MUSEO DEL RISORGIMENTO (MILANO, ITALY)

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Il Museo del Risorgimento di Milano, nato nel 1885, ha sede nel settecentesco palazzo Moriggia ed illustra un periodo di 74 anni della storia italiana compreso fra il 1796 (la prima campagna di Napoleone Bonaparte in Italia) ed il 1870 (annessione di Roma al Regno d’Italia). Il museo raccoglie opere d’arte, cimeli, dipinti, stampe, armi ed oggetti che ricordano le guerre d’indipendenza, le Cinque Giornate di Milano del 1848 e l’epopea garibaldina. Il Museo del Risorgimento ebbe origine da un nucleo di documenti sul Risorgimento raccolti per l’Esposizione di Torino del 1884, poi trasferiti nel Salone dei Giardini pubblici a Milano ed in seguito nelle sale della Rocchetta al Castello Sforzesco, dove venne ufficialmente inaugurato il 24 giugno 1896. Nel 1943, a causa dei bombardamenti che colpirono il castello, venne trasferito temporaneamente al piano terreno di Casa Manzoni. Infine nel 1951 venne collocato all’interno del palazzo Moriggia, dove si trova tutt’ora. Il percorso espositivo, progettato in modo da seguire l’ordine cronologico degli eventi, si snoda attraverso quindici sale storiche a cui si è recentemente aggiunta la nuova Sala d’Armi. L’ultimo rinnovo risale al 1998 quando furono riprogettate le strutture espositive permanenti, destinate ai nuclei salienti delle collezioni, ed in particolare ai cimeli. Il museo può vantare il manto verde ed argento e le preziose insegne regali dell’incoronazione di Napoleone Bonaparte, lo stendardo della Legione Lombarda Cacciatori a cavallo ed il primo Tricolore italiano. Durante quest’ultima ristrutturazione sono stati riprogettati il sistema di illuminazione, il corredo didascalico e recuperato il retrostante “Giardinetto romantico”. Il palazzo Moriggia che oggi ospita il museo fu progettato nel 1775 da Giuseppe Piermarini a ridosso del vasto complesso di Brera, in epoca napoleonica fu dimora del Ministero degli Esteri e successivamente del Ministero della Guerra. Dall’inizio del ventesimo secolo il palazzo passò alla famiglia De Marchi, quindi fu donato alla collettività dalla moglie del naturalista Marco De Marchi e da allora destinato a sede museale.

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