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Femminicidio: Comitato per Titti contro la scarcerazione per decorrenza dei termini

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Comitato per Titti si mobilita contro la legge che consente la scarcerazione per decorrenza dei termini


 

 Lettera aperta al:

Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini

Ministro per le Pari Opportunità, Josefa Idem

Ministro dell’Interno,Angelino Alfano

Ministro di Grazia e Giustizia, Annamaria Cancellieri

Presidente regione Emilia Romagna, Vasco Errani


Poiché in questi ultimi giorni vi siete tutti espressi contro la violenza alle donne e vi siete impegnati a prendere provvedimenti in merito, vorremmo portare alla vostra conoscenza ciò che sta accadendo in questi giorni a Reggio Emilia, dove un uomo, reo confesso di avere ucciso la compagna circa un anno fa è già tornato in libertà a causa di un disguido burocratico…


Siamo un gruppo di amici della giovane donna che è stata brutalmente uccisa da quell’uomo e vorremmo che questo gravissimo episodio potesse servire almeno a migliorare ciò che oggi si può già fare per contrastare il più possibile un fenomeno che ormai registra nuovi atti quasi ogni giorno. E non ci riferiamo “solo” alla violenza, ma agli omicidi, o forse sarebbe meglio dire femminicidi. Se è vero infatti, come dice la Presidente Boldrini, che si tratta di educare al rispetto e di cominciare dalle scuole, è anche vero che questo lavoro formativo e culturale ha tempi molto lunghi prima di arrivare a dare i suoi frutti.
E nel frattempo? C’è qualcos’altro che si può fare?


Innanzi tutto il caso di Reggio Emilia ci dice che deve esserci CERTEZZA DELLA PENA!


Se si lasciano accadere episodi come questo senza intervenire, senza scandalizzarsi, senza sollevare proteste anche istituzionali, il rischio è di contribuire ad alimentare quella cultura che alimenta la violenza sui più deboli (donne e bambini): “Che c’è di male? Tanto lo vedi che la fanno franca?” Non è quindi per desiderio o sete di vendetta che chiediamo alle Istituzioni di intervenire sul caso di Reggio Emilia: Tiziana purtroppo non tornerà comunque in vita… Ma almeno sia chiaro a tutti che chi l’ha uccisa non può farla franca. Deve rendersi conto della gravità di quello che ha fatto: ha ucciso una persona che, per giunta, era la madre di suo figlio: a quante persone ha fatto violenza quell’uomo? Suo figlio crescerà senza madre!! Si rende conto del male che ha fatto?


Benvenga dunque il lavoro di prevenzione proposto dalla Boldrini, ma anche interventi immediati come quelli a cui fa pensare la task-force del Ministro Idem per FAR FUNZIONARE SUBITO LE LEGGI CHE GIA’ CI SONO.
Come ha affermato il Ministro Alfano è senz’altro vero che la legge sullo stalking è stato un importante passo avanti per contrastare la violenza sulle donne: almeno adesso è possibile denunciare.


Ma i dati sui femminicidi ci dicono che forse questo non è ancora sufficiente a fermare i gesti più estremi e purtroppo definitivi…


Risale al 28-29 aprile la notizia di una 22enne uccisa con un colpo di pistola dal suo ex che l’aspettava nel parcheggio dell’ufficio.


Quell’uomo era stato denunciato dalla ragazza e i carabinieri lo avevano chiamato in caserma… dopo qualche giorno a quell’uomo è stato possibile comprare legalmente l’arma con cuil’ha uccisa. Se le cose sono andate davvero così c’è ancora molto da fare per far funzionare quella legge.


Ci auguriamo che la task-force che il Ministro Idem intende istituire sia in grado di intervenire al più presto non tanto sulla legge, quanto sulla sua concreta applicazione, innanzi tutto a partire da una diversa attenzione che tutte le Forze dell’Ordine dovrebbero mostrare nei confronti delle denunce di stalking, in qualunque modo arrivino: non è compito loro valutare l’attendibilità di chi denuncia (ci penserà la Magistratura, che potrà anche perseguire eventuali abusi), ma è loro compito porre in essere tutte le azioni necessarie perché dal maltrattamento non si arrivi all’omicidio.


Perché dopo, purtroppo, è troppo tardi.


Per Tiziana, e per le altre decine di donne uccise in Italia dopo di lei, è già TROPPO TARDI.

 

Comitato “Uniti per Titti” in ricordo di Tiziana Olivieri
per contatti: Flavio Novara cell. 3332987481 (novara.flavio@gmail.com) Alessandro Arrighi cell. 3346711027

 

CONVOCAZIONE ORGANI D'INFORMAZIONE


Il Comitato “Uniti Per Titti” in Consiglio Comunale di Rubiera


Si comunica ed invita tutti gli organi d'informazione


a partecipare alla seduta consigliare di lunedì 27 maggio 2013 alle ore 21.00 presso la sala consigliare del Comune di Rubiera (Reggio Emilia). In quell'occasione verrà discusso anche l'Ordine del Giorno proposto dal Comitato “Uniti per Titti”.


Martedì 21 il Comitato ha incontrato il Sindaco Lorena Baccarani in riferimento a un nostro invito al Consiglio Comunale previsto per il 27 maggio. In quell'occasione abbiamo presentato la nostra proposta di “Ordine del Giorno” chiedendo che fosse discussa ed approvata dalla Giunta e da tutti i Consiglieri. Da subito il Sindaco ha ritenuto importati i quattro punti fondamentali da noi proposti. Ovvero che:


L'omicida reo confesso, Ivan Forte, della nostra concittadina Tiziana Olivieri venga al più presto processato e recluso in attesa degli altri eventuali tre gradi di giudizio;


La Commissione Giustizia del Parlamento si prodighi nell'approvare un decreto legge che, modificando l'attuale normativa, impedisca la possibilità di usufruire per omicidi reo confessi o arrestati in flagranza di reato, della scarcerazione per decorrenza dei termini di custodia cautelare;


Sia approvata al più presto una legge oggi in studio al Parlamento, per contrastare il grave fenomeno dilagante del “femminicidio”;


Sia inasprita e resa applicabile l'attuale Decreto Legge 23 Aprile 2009 n. 38 "Reato di Stalking "


E' importante sottolineare che in tale seduta era già prevista nell'ordine dei lavori, una discussione sul “femminicidio” e sulla necessità di un approvazione in tempi brevi della proposta di legge in discussione in parlamento. Un ordine del giorno proposto e sostenuto dalla Giunta e da tutti i gruppi Consiliari a cui abbiamo chiesto opportunamente di integrare ed arricchire con i punti fondamentali proposti dal nostro Comitato.


L' O.d.G., infatti, oltre a ribadire quanto già evidenziato durante la presentazione del Comitato stesso, vuole sottolineare che l’efficienza della giustizia è un diritto da riconoscere ai cittadini, siano essi vittime, colpevoli o semplicemente in attesa di giudizio; che va salvaguardato il principio del diritto penale di “presunzione d'innocenza” che considera l'imputato non colpevole sino a condanna definitiva; che la gravità del reato e l’allarme sociale collegato alla scia di «femminicidi» che ha sconvolto il Paese, deve richiedere una particolare attenzione da parte dei cittadini, delle forze dell'ordine e degli uffici giudiziari. Per non dimenticare il nostro sostegno alla legge sullo stalking che ha rappresentato un importante azione per contrastare la violenza sulle donne.


L'approvazione di questo O.d.G. integrato con le nostre proposte, può rappresentare il superamento del primo gradino di una lunga scala che conduce verso l'obiettivo prefissato: modificare la legge sulla carcerazione preventiva, rendere attiva ed incisiva la legge sullo stalking e approvare, in tempi brevi, il testo di legge che preveda e contribuisca a ridurre ed eliminare il fenomeno “culturale e sociale” del “femminicidio”.



 CONVOCAZIONE CONFERENZA STAMPA

 

Oggetto: Presentazione Comitato “UNITI PER TITTI” in ricordo di Tiziana Olivieri


A tutti gli organi d'informazione


si comunica che sabato 11 maggio 2013 alle ore 10.30 presso la Polisportiva di Marzaglia (Modena) sita in via Marzaglia a fianco della chiesa, sarà presentato, nel giorno dell'anniversario della sua nascita, il Comitato “UNITI PER TITTI” in ricordo di Tiziana Olivieri.


Il ricordo di Tiziana, uccisa dal suo compagno, è ancora vivo in tutta la comunità e lo scandalo di quanto successo è ancor più evidente perchè avviene proprio in un momento in cui anche le più alte cariche dello Stato si sono espresse contro la violenza alle donne e per un impegno a prendere provvedimenti in merito.


Ciò che sta accadendo, infatti, in questi ultimi giorni a Reggio Emilia, dove un uomo, reo confesso di avere ucciso la compagna circa un anno fa è già tornato in libertà a causa di un disguido burocratico, rappresenta l'ultima inadempienza compiuta in tema di giustizia.


Quante Tiziane esistono in questo paese e quante Tiziane quotidianamente subiscono o possono subire quello che tragicamente la nostra Tiziana ha patito?


Per questo motivo il Comitato si prefigge l'obiettivo di consentire che questo gravissimo episodio possa servire almeno a migliorare ciò che oggi si può già fare per contrastare un fenomeno che ormai registra nuovi atti violenti quasi ogni giorno. E non ci riferiamo “solo” alla violenza, ma agli omicidi, o forse sarebbe meglio dire femminicidi.


Qui non è in gioco solo il diritto di avere giustizia dell'ennesimo grave caso di violenza, qui è urgente e necessario impedire che questo possa ancora succedere.


Se è vero infatti, come dice la Presidente Boldrini, che si tratta di educare al rispetto e di cominciare dalle scuole, è anche vero che questo lavoro formativo e culturale ha tempi molto lunghi prima di arrivare a dare i suoi frutti.


E nel frattempo? C’è qualcos’altro che si può fare?


Innanzi tutto il caso di Reggio Emilia ci dice che deve esserci CERTEZZA DELLA PENA!


Se si lasciano accadere episodi come questo senza intervenire, senza scandalizzarsi, senza sollevare proteste anche istituzionali, il rischio è di contribuire ad assecondare quella cultura che alimenta la violenza sui più deboli (donne e bambini) e il pericolo di reazione auto-giustizialiste dei suoi cittadini.


Non è, infatti, un desiderio di vendetta che ci ha indotti a dar vita a questo Comitato ma la volontà come liberi cittadini di pretendere che le Istituzioni intervengano sul caso di Reggio Emilia, contribuendo contemporaneamente con leggi adeguate, che questo non possa mai più accadere.


Vogliamo non solo che le attuali leggi siano applicate senza sconti ma che sia approvata nel più breve tempo possibile una norma che impedisca la scarcerazione per decorrenza dei termini di chi “omicida reo” confesso o colto in flagranza di reato. Un obiettivo che ci prefiggiamo di portare a compimento con tutti i mezzi democratici a nostra disposizione.


E' necessario intervenire al più presto anche su una “diversa attenzione” da parte delle Forze dell’Ordine nei confronti delle denunce di stalking. Non è compito loro valutare l’attendibilità di chi denuncia (esiste la Magistratura per perseguire eventuali abusi), ma è loro compito porre in essere tutte le azioni necessarie perché dal maltrattamento non si arrivi all’omicidio.
Perché dopo, purtroppo, è troppo tardi.


Per Tiziana, e per le altre decine di donne uccise in Italia dopo di lei, è già TROPPO TARDI.


Segue lettera indirizzata a:
Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini Ministro per le Pari Opportunità, Josefa Idem Ministro dell’Interno Angelino Alfano

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