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“Cambiare si può”: un bilancio dopo la chiusura delle liste elettorali.

“Cambiare si può”: un bilancio dopo la chiusura delle liste elettorali.

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"Cambiare si può": un bilancio dopo la chiusura delle liste elettorali.


 

I termini di presentazione delle liste per le elezioni politiche del prossimo 24 febbraio sono ormai chiusi e, come da tempo era noto, non c’è una lista “Cambiare si può”. Dunque il progetto lanciato il 5 novembre scorso, espressamente finalizzato a “una presenza alternativa alle elezioni politiche 2013”,non si è realizzato e questa fase va considerata chiusa.

 

“Cambiare si può” non è – ad oggi – un soggetto politico e non gli competono, quindi, indicazioni di voto la cui scelta non può che essere demandata alle sensibilità, anche diverse, di coloro che al progetto originario hanno aderito.

Come componenti delle due delegazioni che si sono succedute, nell’ultimo mese, nei contatti con Antonio Ingroia, prima, e con la lista“Rivoluzione civile”, poi, riteniamo peraltro doveroso dar conto degli esiti della attività svolta e trarne alcune valutazioni (comuni tra di noi, pur con diversità di accentuazioni):

 

1) il processo avviato con il documento “Cambiare si può”,pur non avendo portato all’esito auspicato (per la brevità dei tempi, per nostre carenze organizzative, per valutazioni e scelte politiche diverse di alcuni dei potenziali protagonisti), ha comunque avviato un percorso: in termini di mobilitazione di decine di migliaia di persone e di centinaia di associazioni diffuse sul territorio e anche in termini di immissione nel dibattito pubblico di una chiara posizione alternativa al liberismo e alle forze politiche che lo sostengono o lo subiscono;

2) questo contenuto è stato recepito in maniera significativa nel programma della lista “Rivoluzione civile” la quale, per contro, ha disatteso le indicazioni tese a un diverso modo di fare politica (dal basso e in maniera partecipata), optando, nella formazione delle liste, per un metodo verticistico e spartitorio tra le varie forze che vi hanno concorso, sino al punto da non recepire le indicazioni di candidature effettuate da numerose assemblee territoriali promosse da “Cambiare si può”,creando così una diffusa disaffezione e demotivazione;

 

3) la necessità del progetto di rinnovamento della politica posta a base del documento “Cambiare si può” del 5 novembre 2012 resta più che mai attuale qualunque sia l’esito delle elezioni politiche. Per questo, pur astenendoci prima delle elezioni da una iniziativa politica diretta (anche per evitare un confronto viziato dalla diversità delle scelte elettorali), ci impegniamo fin d’ora a formulare, all’indomani del voto, un programma articolato per una ripresa del progetto “Cambiare si può” adeguato alla nuova fase politica, anche in vista delle prossime scadenze amministrative .

22 gennaio 2013

 

Bengasi Battisti, Antonio Bruno, Livio Pepino, Marco Revelli, Chiara Sasso


 

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