Home Attualità Esteri Mosca vuole crescere nelle sue relazioni commerciali con la Cina
Mosca vuole crescere nelle sue relazioni commerciali con la Cina

Mosca vuole crescere nelle sue relazioni commerciali con la Cina

3
0

Mosca vuole avanzare nelle sue relazioni commerciali con la Cina.


 

 

Dmitri Kosirev – Ria Novosti

 

Il primo ministro cinese, Wen Jaobao, si è congedato il 6 dicembre scorso dal presidente russo Vladimir Putin nella sua ultima visita all'estero prima di lasciare nel marzo prossimo la direzione di Governo del gigante asiatico.
L'agenda di Jaobao era incentrata esclusivamente sui temi economici, ma l'interscambio commerciale con la Cina è oggi una questione politica. Nonostante tutti gli sforzi politici di Mosca e Pechino, la Russia non riesce a raggiungere l'accelerazione dinamica della crescita cinese e, in mancanza di diversificazione economica nel paese slavo, non trova nulla da offrire al suo vicino asiatico.

 

Qualcosa di sbagliato

Il XVII incontro periodico tra i capi di governo dei due paesi, Dmitri Medveded e Wen Jaobao, si è celebrato a Mosca in coincidenza del VII Foro economico russo-cinese per i rappresentanti dei circoli imprenditoriali. Inoltre alla vigilia della visita del primo ministro cinese in Russia sia a Mosca che a Pechino hanno avuto luogo fori sull'energia e sulla situazione dei paesi del gruppo BRICS. A prima vista pare che stia funzionando un potente meccanismo di avvicinamento tra gli imprenditori e i funzionari pubblici dei due paesi, attivato dalle sfere più alte del potere.
La realtà è viceversa molto confusa. La Russia, riassumendo è interessata a somministrare meno materie prime e a fomentare ciò che viene definito "cooperazione delle innovazioni".

 

Mosca ha chiaro che il potenziale di innovamento è molto più alto in Oriente che in Occidente.  Però nemmeno in Cina dove non ci sono ostacoli politici per svilippare questo tipo di cooperazione, entrambe le economie  si incastrano proprio nei settori che sono più attrattivi per la Russia. e non si tratta solo del settore energetico. 

Negli anni novanta lo schema del reinizio delle relazioni bilaterali dopo la disintegrazione dell'Unione Sovietica si presentava nella seguente forma: la Russia riannoda le forniture alla Cina di petrolio e gas, aiuta a costruire le centrali elettriche e nucleari, il tutto come punto di partenza. La prospettiva che si intravedeva come la più promettente era la cooperazione militare giacchè si trattava di prodotti da esportare di alta tecnologia, prima di utilizzo militare e in seconda istanza anche nell'ambito civile.

Oggi è sempre più evidente che i cinesi richiedono sempre meno prodotti russi di alta tecnologia e anche di uso militare.  Al contrario hanno sempre più merci da offrirci, e lo evidenzia la struttura stessa del commercio bilaterale. Scambiamo il petrolio e il carbone con automobili e computer.

Cosa si può fare per migliorare questa situazione di squilibrio?
Durante l'incontro con Vladimir Putin, il primo ministro cinese Wen Jaobao ha informato che i colloqui dei capi di governo di Cina e Russia avevano dato ottimi risultati, sopratutto in materia di energia, alte tecnologie e investimenti.

 

 


Nell'intervista concessa dall'ambasciatore russo in Cina, Sergei Razov, si apprende che la situazione sta cambiando lentamente. In particolare si può menzionare l'avanzare nel progetto di costruzione della seconda tappa della centrale nucleare di Tianwan, la notevole intensificazione della cooperazione nelle innovazioni, il lavoro congiunto nel reattore a neutroni veloci e l'eccezzionale Anno del Turismo russo in Cina.

 

Però quantunque i molteplici progetti di cooperazione bilaterale vengano realizzati, cosa che non sempre accade, la sua influenza nella crescita di innovazioni in Russia si farà sentire  entro una decade. Nel frattempo, continueremo ad essere un'appendice di frniture di matrie prime, e non è colpa della Cina.

 

Al contrario, la domanda di materie prime del paese asiatico è diminuita ultimamente, mentre la Russia continua a non riuscire a fissare il prezzo del gas naturale per sbloccare un'importante accordo per la sua fornitura.
Non si è riusciti a sbrogliare questo tema nemmeno in questa occasione, sebbene Mosca e Pechino avanzino nel progetto del gasdotto Altai, che unirà la Siberia Occidentale con la regione dell'ovest della Cina, solo manca l'accordo sul prezzo.

Allo stesso tempo la Russia promuove i progetti per somministrare al suo vicino asiatico l'energia elettrica prodotta nelle nuove centrali in territorio russo e, sembra, che in questa area ci siano progressi.
E' molto importante, giacchè le regioni russe di Siberia e del Lontano Oriente non hanno "altro motore di sviluppo" che non sia quello cinese.

 

Il progresso globale si riflette a livello di statistiche. La Russia è salita di un posto: dal decimo socio commerciale più importante della Cina è divenuta passata al nono. Altra cosa è che per il colosso asiatico il commercio con il paese slavo non costituisce un punto di primo ordine.

In relazione agli investimenti, Mosca ha perso la battaglia mondiale con lo yuan. Nessuna delle sue ragioni politiche è capace di convincere il nostro vicino a scegliere la Russia come destinazione dei suoi capitali. I 266 milioni di dollari investiti non sono altro che un gesto di cortesia.

 

In cambio, per la Russia la Cina riafferma la sua condizione di primo socio commerciale. Ci si attende per quest'anno interscambi commerciali per 90 miliardi di dollari, a fronte degli 83 miliardi dell'anno scorso. Questo significa che la Cina per la Russia significa qualcosa di più importante di ciò che rappresenta la Russia per la Cina.
Nonostante le dinamiche positive della cooperazione bilaterale è una buona tendenza giacchè la Cina, dopo il rallentamento dei primi mesi dell'anno, torna a recuperare a dispetto da coloro che sperano in un suo fallimento.
la crescita dell'economia cinese può accelerare sino all'8,2% nel 2013 partendo da una previsione del 7,7% di quest'anno, secondo le aspettative dell'Accademia della Cina delle Scienze Sociali. Il libro "azzurro" del centro studi più importante del paese è risultato essere critico e allarmante, ma per ora nel mondo non esiste nessuna potenza con prospettive migliori.
La Russia ha una buona dose di fortuna ad avere e poter contare su un socio commerciale come la Cina.


 


Traduzione a cura del CeSPIn Puntocritico


(3)

LEAVE YOUR COMMENT

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

Vai alla barra degli strumenti