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IDV – 4 referendum per la Costituzione

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4 Referendum per difendere la Costituzione

L'Italia dei Valori presenta le sue proposte


 

Il 1 agosto 2012 alle 10.30 una delegazione dell'Italia dei Valori, guidata dal presidente Antonio Di Pietro, ha depositato in Cassazione i quattro quesiti referendari sui quali, dal primi di ottobre e fino a gennaio 2013, raccoglieremo le firme dei cittadini.

Due referendum si propongono di colpire per la prima volta, realmente e non a parole, i privilegi della Casta.
Il primo chiede la completa abolizione del finanziamento pubblico per i partiti. La legge che il governo Monti e i partiti che lo sostengono hanno varato, raccontando che si trattava di un ridimensionamento di quel finanziamento, è una pura presa in giro. La realtà è diversa. Con quella legge lo Stato non risparmia quasi nulla e per la prima volta le tangenti saranno di fatto legalizzate. Così la Casta prenderà due piccioni con una fava: si terrà buona parte dei finanziamenti e non dovrà più preoccuparsi dei magistrati che insistono nel voler punire le tangenti. Alla presa in giro della casta, i cittadini possono rispondere abolendo il finanziamento pubblico. Siamo certi che lo faranno.
Il secondo quesito vuol invece cancellare la diaria dei parlamentari, i quali non solo godono di un ricco stipendio, non solo dispongono di ulteriori fondi camuffati dietro svariate voci, non solo godono di una quantità di agevolazioni che le persone normali nemmeno arrivano a immaginare. Prendono anche un ulteriore emolumento, la diaria parlamentare, perché si degnano di fare davvero il lavoro per cui sono pagati. Eliminare questo privilegio quasi feudale è una questione di semplice decenza, ma tra un mazzata e l'altra inflitta ai cittadini qualsiasi il governo a intervenire su questa vergogna non ci ha pensato proprio. Dovranno occuparsene i cittadini, prima con le firme, poi col voto referendario.

Gli altri due referendum riguardano il lavoro e mirano a ripristinare alcuni dei diritti elementari dei lavoratori cancellati in assoluta continuità tra loro dal governo Berlusconi e poi da quello Monti.
Uno vuole ripristinare integralmente l'art. 18 dello Statuto dei lavoratori, che imponeva alle aziende con più di 15 dipendenti di reintegrare i lavoratori licenziati senza giusta causa.
L'altro chiede l'abolizione dell'art.8 della legge 138 varata da Berlusconi. Grazie a quell'articolo le aziende sono impegnate a rispettare il contratto nazionale a meno che non affermino che in nome di una situazione d'emergenza non lo possono rispettare. Sembra uno scherzo invece è la tragica realtà del diritto del lavoro in Italia. E' valido a meno che le aziende non decidano che preferiscono ignorarlo. Su leggi simili i lavoratori e i cittadini, naturalmente, non sono stati consultati. Lo faremo noi al posto del governo, con i referendum.
Si voterà nella primavera 2014, ma le firme devono essere raccolte tra i primi di ottobre e il mese di gennaio 2013 perché le leggi che regolano la materia referendaria in prossimità delle elezioni politiche concedono solo quella finestra per raccogliere le firme e depositarle in Cassazione nei tempi utili per votare nei primi mesi del 2014.
Ce la abbiamo fatta le altre volte. A maggior ragione ce la faremo stavolta, quando in ballo ci sono i privilegi della Casta da un lato e il diritto dei lavoratori dall'altro.
Servono 500mila firme. Ne vogliamo almeno il doppio.


 


Per ulteriori info:

http://www.italiadeivalori.it/iniziative/altre/16615-4referendum-contro-casta-finanziamento-pubblico-e-per-i-diritti-dei-lavoratori

 

 

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