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Acqua Pubblica – Vittorie e nuove Sfide – Paolo Carsetti

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ACQUA PUBBLICA – VITTORIE E NUOVE SFIDE

Intervista a Paolo Carsetti



Perché una proposta di legge d’iniziativa popolare da presentare tramite il referendum propositivo?

Firma anche tu il referendum per l'acqua

Con la vittoria del 1° quesito referendario del 12-13 giugno 2011 è stata abrogata la norma che prevede l’obbligatorietà della privatizzazione del servizio idrico integrato.

Il referendum è stato proposto per far valere un principio chiaro: nella gestione dell’acqua, un bene comune fondamente, non si devono fare profitti e di conseguenza il privato deve stare fuori dalla gestione. La risposta dei cittadini votanti (95,35 % a favore della cancellazione dell’obbligo di privatizzazione) non può lasciare alcun dubbio sull’opinione, praticamente unanime, del popolo italiano.

Nel Lazio i cittadini che si sono espressi in tal senso sono più di 2.500.000 cittadini.

Perché allora ci stiamo muovendo con questa raccolta firme?

La normativa europea dà ancora la possibilità di privatizzare il servizio idrico integrato e inoltre entro il 31 dicembre 2012  tutte le regioni dovranno legiferare in materia di servizio idrico, in particolare relativamente alla riorganizzazione degli Ato (Ambiti di Bacino Ottimali).

Per spingere la Regione Lazio verso una gestione del servizio idrico  pubblica e partecipata, nel rispetto della volontà popolare, un'ampia coalizione di cittadini, associazioni, forze sindacali e politiche, già impegnate nei referendum nazionali del 2011, ha depositato una proposta di legge regionale da sottoporre a referendum propositivo.

La proposta di legge dovrà essere firmata da almeno 50.000 elettori del Lazio e, se entro un anno dalla sua consegna non sarà discussa, il Presidente della Regione Lazio sarà tenuto ad indire il voto referendario, in cui  cittadine ed i cittadini saranno chiamati ad esprimersi su questa proposta di legge.
Come per i Referendum del giugno 2011 anche questa battaglia ci riguarda tutte e tutti perché si scrive acqua ma si legge democrazia!

 


L'acqua non si vende, l'acqua si difende

Comunicato stampa

Oggi il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso sulle forzature procedurali della maggioranza di Alemanno nell'assemblea capitolina per far passare la privatizzazione di ACEA.
Questo è l'ennesimo colpo per il Sindaco di Roma e le sue alleanze che vogliono speculare sull'acqua e i beni comuni.
Questa sentenza, che sancisce lo stop sulle forzature della discussione in Campidoglio, si unisce a quella sul merito espresso dalla Corte Costituzionale sul Decreto Legge dell'agosto scorso sulle privatizzazioni.
Questa è una grande vittoria raggiunta grazie anche alla straordinaria mobilitazione messa in campo in questi ultimi mesi dalle forze sociali e dalle forze politiche di opposizione. Contiamo davvero che questa decisione valga come una pietra tombale sulla privatizzazione di Acea.
La rete “Roma non si vende” non può che gioire e affermare, una volta di più, che la cittadinanza di Roma non vuole questa privatizzazione e anzi, con il voto del Giugno scorso, ha espresso chiaramente che i servizi pubblici locali devono rimanere pubblici.

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