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BUFERA BARNARD – Quand’è che basta, Gordon?

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Pubblicato in data 26/mag/2012 da byoblu

http://www.byoblu.com/post/2012/05/26/BUFERA-BARNARD.aspx
Paolo Barnard ha ragione. Ma sbaglia. Paolo Barnard sbaglia. Ma ha ragione. Succede sempre così, quando sei border line. Avere ragione pur avendo torto, e viceversa, è il prezzo che si paga quando si sta in bilico, a cavallo tra due mondi: quello apparente, illusorio dei media che proiettano una lente deformante sulla realtà e ne selezionano solo alcune aree, mettendole al centro e mantenendole a fuoco, di modo che tutto il resto scompaia, come se non esistesse, e quell'enorme, sconfinato universo che sorpassa la narrazione mediatica di un infinito ordine di grandezza. Leggere i giornali e mettersi davanti alla televisione è come stare dietro al buco della serratura e vedere sempre lo stesso raggio di sole infrangersi sul lembo di un panno steso. O, se volete, è come guardare il mondo dal satellite, puntando l'obiettivo su un'area di pochi metri quadrati alla volta, costretti ad attendere il giro successivo per spostare la visuale sul settore adiacente. Non solo la visione d'insieme non si ottiene mai, ma l'immagine che se ne ricava è solo una parte del tutto così infinitesimale da essere ingannevole, soprattutto se chi manovra la telecamera decide cosa inquadrare e trasmettere, restituendo l'illusione che non accada nient'altro se non quello che lo schermo riproduce.

Lo scorso novembre, quel "fate presto" che ha bombardato la retina degli italiani ha usato le ottiche dei media per mettere a fuoco solo una piccola parte di quel che stava avvenendo: lo spread che si alzava. Restringendo l'immagine fino al parossismo e portando lo zoom a fondo scala, la maggior parte di noi (non tutti) ha creduto che intorno al grafico dei rendimenti di mercato non vi fosse nulla: nessuna causa esterna, nessuna ragione di cui parlare, nessun'altra soluzione possibile se non chiamare l'omino dello spread, il tecnico certificato, e restare in attesa mentre sostituiva il componente difettoso, la democrazia, con il nuovo relè automatico. Ma quando il problema è nell'impianto elettrico, e il tecnico non ve lo dice perché l'assistenza 24 ore su 24 rappresenta la sua maggiore componente di reddito, la lavatrice continuerà a rompersi, di nuovo, di nuovo e poi ancora di nuovo.

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