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Articolo 81 – La controriforma della Costituzione

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LA CONTRORIFORMA DELLA COSTITUZIONE

Il Parlamento introduce l'articolo 81 che impone il pareggio di bilancio impedendo il referndum


Il Comitato No Debito dopo aver chiesto autorizzazione alla Questura di Roma si presenta per un Si-Tin sotto il Senato il 16 aprile che è il giorno della votazione sul pareggio di bilancio ma nonostante regolare richiesta gli viene impedito di manifestare davanti il Palazzo del Potere. La cosa scaturisce una pacata protesta da parte dei militanti Comitato No Debito, protesta che il sottoscritto documenta come è solito documentare tutti gli avvenimenti Politici in cui si trova coinvolto; ma questa volta gli viene ordinato da un Funzionario di Polizia di interrompere le riprese con la minaccia che altrimenti gli avrebbe sfasciato la video-camera. Il Comitato No Debito si deve accontentare di manifestare in Piazza delle Cinque Lune (circa un 150 metri dal Senato). La giornata si conclude con un brevissimo e simbolico blocco stradale a Largo Argentina che ha lo scopo di informare sia l'accaduto e sia l'attuale situazione politica che il nostro paese sta vivendo che è l stesso scopo della pubblicazione del presente e dei precedenti video pubblicati dal sottoscritto e dai tanti Blogger che ritengono che l'informazione sia il primo diritto dei cittadini che vivono in un paese democratico.


La controriforma dell’art. 81 della Costituzione

comunicato stampa Comitato NO DEBITO

Il 17 aprile, il Senato ha votato in quarta deliberazione il disegno di legge di controriforma dell’art. 81 della Costituzione per introdurre il pareggio di bilancio seguendo le imposizioni dell’UE, che ossessivamente ha chiesto di varare leggi, preferibilmente di rango costituzionale, per rendere permanenti le politiche di austerità. Il Patto Fiscale, firmato il 2 marzo a Bruxelles, dunque un trattato internazionale, prescrive di modificare la Costituzione e il Parlamento italiano ha obbedito e cambiato l’art. 81 in modo che le istituzioni pubbliche non possano più intervenire con politiche di correzione del ciclo economico per sostenere l’occupazione o per attuare politiche di redistribuzione del reddito o fornire i servizi pubblici a garanzia dei diritti sociali. Così si manomette anche l’art. 3 della Costituzione che prescrive l’obbligo di rimuovere gli ostacoli sociali allo sviluppo della persona.
Questa grave modifica della Costituzione non potrà essere sottoposta a referendum perché PD, PdL e Terzo Polo hanno insieme votato questa controriforma con una maggioranza dei due terzi impedendo così la possibilità di attivare il referendum secondo quanto prescrive l’art. 138.
Chi decide sulla Costituzione? L’UE e i parlamentari nominati dalle segreterie dei partiti. Si impedisce ai/alle cittadini/e di pronunciarsi su questa modifica di una articolo fondamentale per  la vita sociale di tutti/e.
Come è possibile che centrodestra e centrosinistra votino insieme per cambiare la Costituzione? È un fatto gravissimo e allarmante: viene stravolta la costituzione fiscale, che si regge su un patto tra istituzioni e cittadini, e questi non sono chiamati a pronunciarsi.
Il Senato ha votato in un vuoto pneumatico, infatti è stata vietata qualsiasi manifestazione, e perfino un sit in organizzato dal Comitato NO Debito è stato tenuto lontano perché i senatori non ascoltassero al voce della cittadinanza attiva e per protestare contro questo divieto i manifestanti hanno bloccato il traffico a Piazza Argentina.
La mobilitazione di queste settimane contro la controriforma dell’art. 81 ha comunque avuto degli effetti perché in Senato questa volta la maggioranza ha ottenuto 235 sì e ci sono stati 11 voti contrari dell’IdV e 34 astensioni – mentre il 15 dicembre la maggioranza ottenne 255 voti e 14 astensioni. Si è impedito così il ricorso al referendum popolare, ma la mobilitazione continuerà contro il Patto Fiscale che impone i sacrifici sociali a lavoratori e a lavoratrici, ai giovani, ai precari, alle donne.
La mobilitazione continuerà contro la controriforma del mercato del lavoro e la cancellazione dell’art. 18.
Comitato No Debito
 

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