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STUDENTI E LAVORATORI OCCUPANO LA UIL

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Occupata la sede centrale della Uil a Torinoprecariato sociale

“Contro i complici del ricatto, noi stiam con chi lavora!”

Una cinquantina tra studenti, lavoratori, precari e operai fiat ha ppena occupato la principale sede torinese della Uil a Torino, in via Bologna 11. I soggetti colpiti dalla crisi prendono parola, in prossimità dello sciopero generale dei metalmeccanici di venerdì 28 gennaio.
Appena entrati nella sede del più compromesso – e sempre più giallo – dei sindacati, nasce un significativo alterco tra un lavoratore della Fiat e un burocrate in pectore.

LA NOSTRA DIGNITA’ CONTRO IL RICATTO DI MARCHIONNE

A quasi due settimane dal referendum di Mirafiori e a pochi giorni dallo sciopero generale dei metalmeccanici indetto dalla Fiom e sostenuto dalle diverse sigle sindacali di base, come studenti, lavoratori e precari abbiamo deciso di dare vita a questa azione all’interno della sede della Uil. Un’occupazione, la nostra, che travalica il semplice fine solidaristico e che vuole individuare chiaramente chi, in questo ricatto di stampo padronale e istituzionale, ha avuto un ruolo (insieme ad altri) collaborazionista. La Uil, insieme ai suoi compagni, ha festeggiato la vittoria rosicata del SI, ottenuta col ricatto, giocata sulla paura che i lavoratori avevano e hanno di perdere il proprio posto di lavoro. Una sconfitta politica la loro e di tutti quelli che si aspettavano un plebiscito, che hanno propagandato il meccanismo del voto a garanzia del “processo democratico” nascondendo la realtà, quella per cui lavoratori che sono andati a votare lo hanno fatto con una pistola puntata alla tempia.
Marchionne sa far bene il suo lavoro (quello di padrone), chi invece non si è dimostrato all’altezza sono appunto i sindacati gialli filo padronali che, pur vantando milioni di tesserati in tutto il paese, non hanno abbandonato la loro propensione alla”cogestione” (che negli anni ha funzionato da calmiere alle lotte), rinunciando a dar battaglia, piagandosi per primi alla logica del capitale.

Marchionne rappresenta una novità col suo fare spudoratamente gli interessi suoi e quelli della classe padronale che, a dispetto di una crisi finanziaria e globale che si fa sempre più reale mettendo in ginocchio milioni di famiglie, attraverso lui tenta di spezzare quel “dialogo democratico” che da sempre ha gestito i rapporti all’interno dei luoghi di lavoro, privandoci di un pezzo di dignità per volta. Ciò che ci sta dicendo il modello Marchionne è che da oggi il capitale vuole di più, vuole fare i propri interessi in maniera incondizionata e continuare a far cadere i costi della crisi su tutta la società senza mettere in discussione ciò che non va in questo sistema.

Dire NO oggi, scegliere da che parte stare e impegnarsi nella lotta vuol dire ripartire da quel poco che abbiamo per costruire l’altro di cui abbiamo bisogno. Schierarsi al fianco dei lavoratori della Fiat, come a quelli Pomigliano nei mesi scorsi, significa oggi combattere una battaglia che non si esaurisce nelle singole vertenze o nelle singole fabbriche, ma che si concretizza nella generalizzazione della lotta, per dar voce a chi tra studenti, lavoratori e precari si vede sempre di più levar tempo, risorse, capacità, in poche parole, il proprio futuro.

Con questa nostra azione vogliamo sottolineare, se ancora ce ne fosse bisogno, come il tempo della concertazione sia finito, lo dimostrano i fatti e il fallimento di questa classe dirigente, politica e sindacale, sempre più rinunciataria e al ribasso, a cui la vicenda Mirafiori ci ha messo di fronte. Il futuro è di chi, con coraggio, lotta e fa i propri interessi ed è proprio con questo spirito che rilanciamo la partecipazione allo Spezzone Sociale dello sciopero del 28 gennaio.

Studenti, lavoratori e precari contro il ricatto Marchionne

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