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EUROSTOP

EUROSTOP AL VIA

Anche in Italia prova ad organizzarsi la sinistra NO Euro, NO UE,  NO Nato

Libera.Tv Lazio ha seguito l’assemblea e ne sta pubblicando i video atti in questa playlist : EUROSTOP


NO EURO, NO UE, NO NATODal report finale :

Sabato 21 novembre a Roma si è svolta la prima assemblea nazionale della Piattaforma Sociale Eurostop. Una sala piena (almeno trecento persone provenienti da diverse città) hanno discusso fino al pomeriggio su quali contenuti e come organizzare un movimento che rompa completamente con i meccanismi, la politica, i finanziamenti della guerra e del riarmo e con le misure liberticide che l’accompagnano.

Dopo la strage terroristica di Parigi (non la prima in Europa, c’erano già stati Madrid e Londra), i governi europei hanno rilanciato e ampliato quella guerra che dura da 25 anni e che è causa e non risposta al terrorismo. Tutti i partecipanti all’assemblea hanno affermato il No alla guerra come prima discriminante oggi, anche perché la guerra rafforza autoritariamente quei meccanismi del “vincolo esterno” che grava ormai da anni sul nostro e su altri paesi: l’Unione Europea, l’euro, la Nato. Un vincolo esterno fatto di trattati diventati indiscutibili e approvati senza mai ricorrere alla verifica del consenso popolare. Un vincolo che attraverso l’austerity ha riportato indietro di decenni conquiste e diritti sociali e politici, un vincolo che trascina sistematicamente i paesi europei dentro le guerre e gli interventi militari all’estero, facendone ricadere le conseguenze solo sulle popolazioni, sia nei paesi aggrediti che in quelli aggressori.

A partire dalla determinazione di rompere con questa troika – Ue, euro, Nato – una coalizione di forze politiche, sindacali, movimenti sociali, intellettuali, ha deciso di superare settarismo e disgregazione e di lavorare alla ricomposizione di un fronte intorno a pochi obiettivi con valore politico generale, una piattaforma sociale appunto che su difesa della democrazia, lavoro, pace, rottura con il vincolo esterno, riapra finalmente una prospettiva di cambiamento da troppi anni rimossa o disattesa dalla paura e dall’opportunismo egemone nei gruppi dirigenti della sinistra italiana.

 

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