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SICUREZZA SUL LAVORO : parlano gli operai FIAT

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SICUREZZA SUL LAVORO: ANCORA UN MORTO

Le testimonianze dei lavoratori FIAT

Immagini e testo di Anna Maria Bruni

Montaggio Simone Bucci


16 novembre 2014

Le morti sono una diretta conseguenza delle leggi che hanno stravolto l’organizzazione del lavoro, cominciando dal Pacchetto Treu. Il Jobs act è l’ultima goccia. Per questo lo sciopero sociale di ieri rappresenta un passo decisivo

Un altro incidente mortale si è aggiunto alla lista interminabile dei morti sul lavoro. Elpidio Pastore, operaio edile di 39 anni, è caduto ieri da un’impalcatura delle Nuove Cartiere di Tivoli da un’altezza di 10 metri. Immediati i soccorsi e i tentativi di rianimazione, ma per il lavoratore non c’è stato nulla da fare.

Gli agenti del commissariato di Tivoli e gli ispettori della Asl sono intervenuti insieme agli inquirenti per ricostruire la dinamica dell’incidente. Secondo le prime ipotesi l’operaio stava lavorando sull'impalcatura al rifacimento della copertura del tetto di uno degli edifici delle Nuove Cartiere di Tivoli, quando la balaustra di protezione avrebbe ceduto facendo scivolare il lavoratore.

La Procura di Tivoli ha aperto un fascicolo d’indagine per accertare la dinamica dei fatti e le eventuali responsabilità.

A quanto si apprende dalle dichiarazioni sindacali, Pastore era dipendente di una ditta di appalto che stava lavorando al rifacimento dell’edificio per conto delle Nuove Cartiere. Una dinamica che sta entrando a far parte della routine nell’organizzazione del lavoro che si è venuta determinando dagli anni della deregulation.

E’ infatti con l’abolizione della legge 1369/60 che vietava l’intermediazione e l’appalto di manodopera che il numero dei lavoratori dipendenti da ditte di appalto morti sul lavoro è aumentato in modo esponenziale. “Più morti della Guerra del Golfo”: questa dichiarazione sconvolgente veniva dall’Eurispes già nel 2007 accostando le cifre: 3520 i morti della coalizione, 5252 i morti sul lavoro. Un numero complessivo, entro il quale l’evidenza dei fatti mostra che gli incidenti sul lavoro nelle situazioni di appalto rappresentano la percentuale più alta. E’ la stessa Commissione parlamentare d’inchiesta sugli Infortuni sul lavoro, nella relazione resa nota a gennaio 2013, a segnalare come la percentuale più alta di infortuni si rilevi tra i giovani, gli immigrati e nella fascia del lavoro precario e atipico in genere.

Categoria nella quale le ditte in appalto non fanno fatica a rientrare. Sono gli stessi sindacati Fillea Cgil, Filca Cisl, Feneal Uil di Roma e del Lazio intervenuti dopo l’incidente di Tivoli, a sottolineare nel comunicato “la necessità di una nuova legge regionale sugli appalti e il rifiuto della logica del massimo ribasso in edilizia".

E’ bene ricordare però che l’abolizione della 1369 è contenuta nel d.lgs 276/2003 in attuazione della legge 196/1997: il cosiddetto Pacchetto Treu. Che in un’unica confezione ha ridisegnato l’organizzazione del lavoro all’insegna della flessibilità: del numero dei posti di lavoro, della loro durata, della qualità, delle regole e delle tutele.

La prova del nove è nelle due brevi interviste che qui pubblichiamo, raccolte durante la manifestazione nazionale del 25 ottobre scorso indetta dalla Cgil. Parlano una lavoratrice della Fiat Iveco di Suzzara e un lavoratore della Fiat Termoli. Stabilimenti con 1400 e 2400 maestranze, e un nome di peso come la Fiat. Eppure sono i primi a denunciare come la mancanza di sicurezza sia figlia di questa organizzazione del lavoro.

Rappresenta perciò una notizia che il mondo del lavoro “sicuro” e precario, del pubblico – a cominciare dal mondo della scuola – e del privato, abbia maturato la necessità dell’unità nella rivendicazione dei diritti, manifestatasi ieri in 60 città italiane con lo sciopero sociale. Perché non sono calati i numeri, ci dice sempre la relazione della Commissione parlamentare, sono calate le ore lavorate. “Questo è testimoniato dalla tendenza all’aumento degli infortuni sul lavoro che sta accompagnando la ripresa produttiva”, sottolinea il testo, precisando che “il 45% dei casi riguardano lavoratori di età compresa tra i 18 e i 34 anni”, e che sono “in forte aumento anche gli infortuni nelle scuole”.

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