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VENEZUELA 6D : #‎TodosSomosAcompanantes‬ – Elezioni 2015

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TODOS SOMOS ACOMPANANTES

Anche dall’Italia cresce il sostegno al Venezuela bolivariano e chavista per le elezioni del 6 dicembre

Il video-editoriale è del direttore di Libera.Tv Iacopo Venier


 CON IL VENEZUELA, ORA !

Voto in VenezuelaDi Geraldina Colotti per CaracasChiama

Gli editoriali di El Pais, in Spagna, definiscono riflessioni da “trogloditi” quelle che richiamano una similitudine tra gli attacchi che hanno portato alla caduta della “primavera allendista”, in Cile, e quelli che vorrebbero stroncare il socialismo in Venezuela.

Certo, lo scenario non è più quello del grande Novecento: da tempo i “Pinochet” hanno indossato il colletto bianco e, nella memoria artefatta dai grandi media, il colpo di stato in Cile dell’11 settembre del 1973 è stato soppiantato dal fragore che ha distrutto le Torri gemelle Usa, l’11 settembre del 2001. Soprattutto, non c’è più un campo socialista da abbattere. E anche il Vaticano sembra aver messo di lato la grande crociata dal papa polacco.

Obama non è Nixon e Kerry non è Kissinger, ma il piano per “far urlare l’economia” venezuelana, fatte le debite proporzioni, richiama fortemente quello orchestrato da Nixon contro il governo di Allende e ordinato allora alla Cia.

Come hanno provato i documenti desecretati a Washington, dai sottopalchi del potere Usa, nel corso del 1972 venne organizzato ogni genere di sabotaggio, economico, ideologico e militare per far cadere Allende, forzando sulle debolezze del suo governo.

Alla morte di Hugo Chavez, i poteri forti hanno pensato che potevano averla vinta con Maduro. Hanno intensificato gli attacchi. Guerra economico-finanziaria, discredito internazionale e sanzioni, tentativi di provocare “rivoluzioni colorate” modello balcanico, grancassa mediatica alimentata dalla retorica sui “diritti umani”, sono gli aggiornamenti di vecchie tattiche per far cadere governi non graditi ad ogni costo.

Obama non è Reagan, ma è comunque ostaggio del complesso militare-industriale, vero padrone degli Usa: a dispetto del Nobel per la pace, di bombe ne ha buttate parecchie. E non si deve dimenticare che, in America Latina, il 28 giugno ricorrono i cinque anni dal colpo di stato contro l’allora presidente Manuel Zelaya: “colpevole” di essersi voluto avvicinare all’Alleanza bolivariana per il popoli della nostra America (Alba), ideata da Cuba e Venezuela.

Benché le sinistre di alternativa siano da allora cresciute in Honduras, la truffa delle ultime elezioni mostra l’intenzione granitica dei poteri diretti da Washington di non farsi sfuggire un altro pezzo della torta centroamericana.

E vale ricordare anche il “golpe istituzionale” contro l’allora presidente del Paraguay Fernando Lugo, il 22 giugno del 2012.

Per via delle vicende mediorientali, gli Usa hanno parzialmente distolto l’attenzione dall’America latina. Ma ora hanno in corso il mega progetto di accordi commerciali e regionali, contemplato all’interno del Ttip con la Ue, e Elezioni in Venezueladell’Alleanza del Pacifico (Tpp) con i principali 12 paesi del bacino del Pacifico.

Un piano che mira a comprimere o a neutralizzare la promettente spinta delle nuove alleanze solidali promosse dal Venezuela, paese che custodisce le più grandi riserve petrolifere del mondo.

Al centro dell’Alleanza del Pacifico vi sono Colombia, Messico, Perù e Cile: i primi due sono sotto la presa del neoliberismo al soldo di Washington; il terzo, fallite le speranze riposte in Ollanta Humala, è semi-stordito dalle sirene delle grandi multinazionali e spalancato all’arrivo delle basi Usa; il Cile è impastoiato nelle dinamiche consociative e sta girando le spalle alla vera integrazione latinoamericana.

Che la figlia minore di Allende, Isabel, – eletta presidente del Senato per il partito della presidente Bachelet, Nuova Maggioranza – sia apertamente schierata con i golpisti venezuelani, la dice lunga sul corto circuito alimentato dai partiti di centro-sinistra, in America latina e in Europa.

Felipe Gonzalez, ex presidente del governo spagnolo ed ex presidente del Partito socialista ha mandato gli squadroni della morte (i Gal) contro i militanti baschi. E ora anima il gruppo internazionale “bi-partisan” che promuove le ingerenze in Venezuela.

Dalle Americhe all’Europa, la politica delle “larghe intese” considera il capitalismo un orizzonte insuperabile e ne tutela gli interessi. Diventa allora avversario da abbattere chi – come Cuba prima e il Venezuela ora – sta indicando un percorso alternativo.

In questo momento di rinnovato attacco al socialismo bolivariano, conviene ascoltare il monito del filosofo messicano Fernando Buen Abad :“Se non sapremo creare un grande movimento planetario in difesa della rivoluzione venezuelana, non ci basteranno i giorni per pentirci”.


COMUNICATO DELL’AMBASCIATA

6D Elezioni in VenezuelaItalia, 27 de noviembre de 2015 (MPPRE).- Como una muestra de solidaridad con la Revolución Bolivariana y el proceso de trasformación que se inició en América Latina, tras la llegada del Comandante Chávez, los movimientos sociales, personalidades académicas y políticas de Italia, manifiestaron su apoyo al próximo proceso electoral del 6 de diciembre, donde el pueblo venezolano elegirá a los 167 diputados que conformarán la Asamblea Nacional.

Bajo las etiquetas #Todossomosacompañantes y #Venezuelaejemplodedemocracia, los italianos expresan su máximo respaldo al proceso bolivariano para continuar afianzando los logros alcanzados por el pueblo durante el gobierno del Comandante Supremo, Hugo Chácvez, y del presidente obrero, Nicolás Maduro, los cuales contribuyen con la construcción de un mundo pluripolar, multiétnico, humanista y socialista que respete la soberanía e integridad de los pueblos.

“Las próximas elecciones parlamentarias tienen un valor, no sólo nacional, sino internacional, porque en el marco de esta guerra imperialista, Venezuela significa una esperanza para la humanidad y el proceso de integración y autodeterminación de los pueblos, porque permite fortalecer una nueva geopolítica mundial que evite la expansión de gobiernos neoliberales y fascistas”, expresó Luciano Vasapollo, miembro de la Red de Defensa de la Humanidad, la Red de los Comunistas italianos con nuestra América y del Centro de Estudios de la Unión Sindical Mundial.

La democracia protagónica y participativa de Venezuela se convirtió en un referente mundial, porque desde 1999, los venezolanos han acudido a las urnas electorales en 20 ocasiones para decidir el destino de la Patria ya sea en elecciones presidenciales, parlamentarias o referendos consultivos.

Según el periodista y documentalista, Fulvio Grimaldi, Italia observa con gran interés y pasión el próximo proceso electoral del 6D, porque sus resultados tendrán una incidencia directa en la integración multipolar de los pueblos. “La nación bolivariana es un faro para el mundo, porque su gobierno fomenta la consolidación de un nuevo orden, político y social que beneficia a los pueblos que durante años fueron excluidos”, recalcó.

De acuerdo con un comunicado emitido por la Asociación Italia-Cuba de Catania, hoy más que nunca se hace necesario apoyar al Gobierno Bolivariano liderado por el presidente Maduro porque el imperio y el sistema capitalista mundial continuarán intensificando sus intentos por desestabilizar el país. “Reiteramos nuestro apoyo antiimperialista al proceso revolucionario que se vive en Venezuela, el cual no será detenido por fuerzas externas y reaccionarias, porque tiene el consenso popular”.

Por su parte, Ciro Brescia, representante del movimiento social “Caracas Chiama”, expresó la necesidad de continuar defendiendo al proceso revolucionario en todos los ámbitos e instó a los grupos sociales a combatir las matrices de opinión que construyen los medios en el exterior sobre Venezuela.

“El ejemplo de Chávez, vive en el pueblo venezolano y en el Poder Popular constituyente. La Revolución Bolivariana es un elemento indispensable, una luz, para establecer un proceso integracionista sustentado en el respeto y la cooperación”, precisó. /Embajada

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LiberaRete Associazione di Promozione sociale LiberaRete

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