Difficile mantenere la calma davanti alla decisione della Consulta di bocciare il referendum promosso dalla Lega Nord per abrogare la riforma previdenziale targata Fornero. Anche questa volta il diritto degli interessati di pronunciarsi sulle questioni che li riguardano viene sacrificato sull'altare degli interessi dell'Unione Europea, dei mercati finanziari, dei Fondi Pensione privati.
Lo ripetiamo da anni, lo smantellamento del sistema previdenziale italiano, la pauperizzazione degli assegni pensionistici, l'allontanamento della soglia da raggiungere per andare in pensione sono tutti elementi prodromici alla possibilità di affermarsi dei fondi pensioni privati, quelli cioè che giocano in borsa e speculano con i soldi dei lavoratori e che, spesso, nei propri CdA vedono sedere sindacalisti che hanno il compito di abbindolare il maggior numero di lavoratori possibili.
la Consulta ha dato inoltre un nuovo colpo, forse il definitivo, alla credibilità dell'istituto referendario, già particolarmente difficile da utilizzare per i vincoli a cui è sottoposto, confemando chiaro e tondo che il destino di un referendum, nonostante la fatica di raccogliere centinaia di migliaia di firme in un lasso di tempo brevissimo, sostenendo anche spese rilevanti, e' in mano a pochi uomini e donne, scelti dalla politica, che possono in pochi minuti, per fini politici, dichiararlo illegittimo.
Il Governo Renzi tirerà ora un gran sospiro di sollievo e con lui tutte quel forze politiche che votarono la riforma Fornero in Parlamento. Qualcuno di coloro che allora la voto' oggi prova timidamente a ricordare che ci sono dei mostri creati da quella riforma, dagli esodati al fatto di dover raggiungere, oggi, almeno 67 anni di età per poter vedere una pensione pesantemente decurtata nel suo importo. Lacrime di coccodrillo fuori tempo massimo.
È evidente la necessità immediata di riaprire lo scontro sul fronte della previdenza, senza immaginare di lasciarlo in mano ai distinguo della politica, come sempre in ben altre faccende affaccendata. C'è bisogno di ritrovare unità tra occupati e disoccupati e precari perché l'interesse ad un sistema previdenziale giusto ed equo e' di tutti, di ritrovare l' unità tra giovani ed anziani che hanno voluto distruggere mettendo gli uni contro gli altri nella fratricida guerra al privilegio che ha avvantaggiato solo il potere e il mercato.
C'è questo da fare, con urgenza, ora, scendendo in piazza, lottando e facendosi sentire con forza. Altrimenti i luoghi di lavoro diventeranno tombe a cielo aperto e per i giovani non vi sarà alcuna possibilità di entrare in un luogo di lavoro ed avere davanti una prospettiva di futuro.
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